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Si avvia alla chiusura la mostra “Ercolano e Pompei. Visioni di una scoperta” allestita al m.a.x. museo di Chiasso.

La mostra, che è stata inaugurata il 24 febbraio di quest’anno, nasce in occasione dei 280 anni dalla scoperta di Ercolano – avvenuta nel 1738 – e dei 270 da quella di Pompei e ne ripercorre la storia con l’intento di mettere in evidenza come il rinvenimento dei due siti archeologici sia stato comunicato, studiato e documentato negli anni tra il Settecento ed il Novecento.

L’esposizione si compone di oltre 300 opere tra lettere, cahiers de voyage acquerellati, disegni, rilievi, gouaches, incisioni, matrici, litografie fotografie e le prime cartoline, le opere, tra cui è possibile vedere per la prima volta diversi inediti, provengono da più di 20 istituzioni tra musei, archivi, biblioteche e privati di 4 paesi: Svizzera, Italia, Francia, Stati Uniti e sono affiancate da 23 reperti archeologici provenienti da Ercolano e Pompei (I secolo a.C – I secolo d.C.), conservati nei depositi del MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

L’esposizione “Ercolano e Pompei. Visioni di una scoperta”, è promossa e realizzata dal m.a.x. museo di Chiasso in collaborazione con il MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che accoglierà la tappa italiana dal 29 giugno al 30 settembre 2018 con uno specifico allestimento, e gode del patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Lugano.

Il m.a.x. museo, nato per ricordare il grande grafico della seconda metà del ‘900, Max Huber, è stato inaugurato il 12 novembre 2005 su iniziativa della Fondazione Max Huber-Kono di Chiasso; nel 2010 è diventato un’istituzione pubblica del Comune di Chiasso ed accoglie la mostra permanente dei lavori dell’artista svizzero.

Missione del m.a.x. è di divulgare la conoscenza della grafica, del design, della fotografia e della comunicazione visiva contemporanea.

La struttura è opera degli architetto Pia Durisch e Aldo Nolli, il museo è caratterizzato da spazi ampi, luminosi e neutri, progettati in modo da lasciare massima visibilità ai contenuti.

Photo: Pixabay.com