Istituto Svizzero Roma
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Incontro con la Summer School Documenting Shadow Knowledge per esplorare le modalità di raccolta e riconoscimento del valore patrimoniale delle esperienze migratorie analizzando le storie implicite registrate dalle tracce amministrative.

La perdita di memoria è una delle condizioni endemiche dell’archivio amministrativo. La storica Arlette Farge ne parla attraverso la traiettoria degli ‘avanzi’, in francese ‘reliquat’, documenti che non possono essere catalogati perché incompleti e privi di data, nome o integrità materiale. La sociologa Yael Kreplak osserva che il dossier informa e registra ma può allo stesso tempo gestire segreti, ad esempio commerciali o medici, e quindi contribuire a organizzare gli ‘ordini di realtà a cui si riferisce’. In molti casi, i fascicoli amministrativi storici, soprattutto quelli contenenti informazioni sensibili, sono sottoposti a embargo e rimangono inaccessibili per anni. Ma anche quando i dossier sono accessibili, sostiene Daniela Agostinho, il rifiuto e la non lettura possono essere un modo ‘di leggere che rifiuta la leggibilità coloniale e la cattura archivistica’.

Nel contesto delle migrazioni storiche e contemporanee, i fascicoli amministrativi rappresentano una delle rare tracce del ‘registrabile e del non rappresentabile’. La formula della teorica Mizuta Lippit, volta a raccontare l’opacità e il sapere ombra implicito in ogni progetto documentario, racconta la sostanziale univocità dell’archivio amministrativo che registra i passaggi di frontiera e contiene, accanto a moduli di convalida e corrispondenze, storie indicibili e inudibili di migranti. Come ricorda lo scrittore iracheno Hassan Blasim, «tutti coloro che soggiornano nel centro di accoglienza per rifugiati hanno due storie»: la storia da registrare, continua Blasim, è quella scritta nel dipartimento di immigrazione e conservata nei loro archivi privati, mentre le storie reali rimangono chiuse nella segretezza delle esperienze dei migranti.

Negli ultimi anni sono emersi diversi approcci all’archiviazione nelle pratiche artistiche e storiche, per preservare e presentare parzialmente i lati non documentati e invisibili delle migrazioni. In questo contesto, la Summer School

Documenting Shadow Knowledge si propone di esplorare le modalità di raccolta e riconoscimento del valore patrimoniale delle esperienze migratorie tra pratiche storiche ed estetiche. Confrontando diverse metodologie di indagine, conservazione e valorizzazione, la Summer School si concentra sulle storie implicite registrate dalle tracce amministrative di passaggio e interroga le forme di registrazione ‘dal basso’ attuate nella ricerca recente.

L’evento Curating shadow knowledge si terrà in inglese a partire dalle H09:30 all’Istituto Svizzero, via Liguria 20, Roma.
Ingresso gratuito previa prenotazione.