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La Serpara, il giardino di sculture di Paul Wiedmer a Civitella d’Agliano (VT) invita allo spettacolo di Boika Estoban.

Oggi 11 settembre alle ore 21: il pellegrinaggio di Dante a Roma in vista del primo Giubileo, o l’anno successivo come rappresentante istituzionale di Firenze, è talvolta interpretato come esperienza fondativa della Divina Commedia, tanto che alcuni sostengono, sebbene nella indimostrabilità del caso, che la “selva oscura” in cui il Sommo Poeta si smarrisce iniziando il suo viaggio nei tre mondi ultraterreni altro non sia che la Selva Cimina, che, al tempo di Dante, deve aver conservato quel tratto “spaventoso e impenetrabile” che atterriva i romani, come ci dice lo storico latino Tito Livio nel cronacare la presa dell’Etruria da parte dell’Urbe. E proprio con riferimento a questo momento storico, il viaggio di Dante sulla Via Francigena prima e dopo il suo ingresso nel cratere Volsineo, in riva al lago vulcanico più grande d’Europa, diventa possibilità di un movimento inverso rispetto a quello della conquista romana, dove alla damnatio memoriae imposta dagli invasori da Sud si contrappone la grande eredità spirituale e culturale che gli Etruschi e i loro predecessori a Nord, nella Valle del Fiora, seppero trasmettere alle generazioni successive. Alla ricerca degli abbandonanti riferimenti storico-geografici tra il Monte Amiata e il Monte Cimino, presenti nella Commedia, Boika Esteban, già regista di un film/documentario sul passato antico e dimenticato dell’Etruria e fondatore dell’Esercito Etrusco-Caraibico di Liberazione Planetaria (un esercito di pensatori, sognatori ed animisti), coglie l’occasione del 700enario della morte di Alighieri per arruolare Dante tra gli Etrusco-Caraibici, in un percorso aurale e cognitivo in cui il Poeta diventa il primo rapper, Virgilio uno sciamano e Beatrice la viva rimanenza di un culto millenario in onore alla Dea Madre.

Boika Estoban è il nome d’arte di Emilio G. Berrocal, attore/regista/rapper-cantante l’uno, antropologo l’altro. I due stabiliscono una relazione per cui dove l’antropologo non può andare, subentra l’artista, e viceversa.

La Serpara è il giardino di sculture dell’artista svizzero Paul Wiedmer aperto al pubblico ed in continua evoluzione dal 1997. Attualmente ospita più di 30 artisti e oltre 80 sculture ed istallazioni. Durante l’anno La Serpara può essere visitata su appuntamento.

Per l’evento è necessaria la prenotazione e sarà accessibile solo con green pass.

fonte: La serpara
photo: La serpara