La Svizzera continua a distinguersi per la sua efficace integrazione della popolazione immigrata, come emerge dallo studio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), pubblicato il 2 dicembre 2025. Secondo i dati, la Svizzera registra un tasso di occupazione tra i più alti tra i Paesi OCSE, con un 77% di persone immigrate impiegate. Questo successo si riflette anche nell’alto livello di formazione delle persone immigrate, che in gran parte ricoprono professioni altamente qualificate. Inoltre, l’impegno nella conoscenza delle lingue nazionali gioca un ruolo fondamentale nel processo di integrazione, con molti immigrati che raggiungono una padronanza avanzata della lingua locale entro cinque anni.
Un Mercato del Lavoro Riuscito
L’integrazione della popolazione immigrata nel mercato del lavoro svizzero è tra le più riuscite a livello internazionale. Con un tasso di occupazione del 77%, la Svizzera si colloca ai vertici tra i Paesi OCSE. In particolare, circa il 50% delle persone immigrate svolge professioni altamente qualificate, un dato che supera la media di molti altri Stati. La Svizzera emerge anche per il suo forte impegno nell’apprendimento delle lingue, con un ampio ricorso ai corsi di lingua sovvenzionati dallo Stato: ben il 61% delle persone immigrate ha frequentato un corso di lingua, il che ha contribuito a migliorare il livello di competenza linguistica, in particolare nelle lingue nazionali. Circa la metà di coloro che avevano una conoscenza di base della lingua nazionale ha raggiunto un livello avanzato entro cinque anni.
Le Donne Immigrate: Un Potenziale Non Pienamente Sfruttato
Nonostante i risultati positivi, lo studio sottolinea che c’è ancora un importante margine di miglioramento nell’integrazione professionale delle donne immigrate. Il loro tasso di occupazione si attesta al 71%, inferiore a quello delle donne nate in Svizzera (80%). Questa differenza suggerisce che le donne immigrate affrontano ancora ostacoli significativi per accedere al mercato del lavoro, in particolare per quelle provenienti da paesi non membri dell’UE, che faticano a far valere le loro qualifiche. Lo studio afferma che il basso tasso di occupazione femminile rappresenta una “perdita di benessere” per l’intero mercato del lavoro, poiché un maggiore impiego delle donne potrebbe contribuire significativamente all’economia svizzera.
In particolare, le donne che arrivano in Svizzera nell’ambito del ricongiungimento familiare o che provengono da Paesi non UE sembrano avere più difficoltà a integrare le proprie competenze nel mercato del lavoro svizzero. Anche se esistono sforzi da parte delle autorità per il riconoscimento delle qualifiche straniere, solo il 16% delle persone immigrate con titoli di studio esteri avanza una richiesta formale di riconoscimento.
Un Miglioramento nella Qualificazione delle Persone Immigrate
Lo studio rivela anche un notevole miglioramento nel livello di qualificazione della popolazione immigrata negli ultimi dieci anni, con un aumento delle persone con formazione terziaria, specialmente tra le donne. La maggior parte delle persone immigrate provenienti dall’UE ha un titolo di studio di livello terziario, un dato che supera le medie di molti altri Paesi. Anche tra le persone provenienti da Paesi al di fuori dell’UE, il 35% ha una qualifica di livello universitario, un dato che si conferma superiore rispetto ad altri Paesi.
Conferma della Strategia Svizzera
Lo studio dell’OCSE conferma l’efficacia della strategia della Svizzera nell’integrazione degli immigrati. I programmi di integrazione cantonali e federali, come i pretirocini d’integrazione, stanno dando buoni risultati, e le misure mirate per le donne e i rifugiati si stanno rivelando cruciali nel migliorare la partecipazione al mercato del lavoro, riducendo la carenza di personale qualificato.
La Segreteria di Stato della Migrazione (SEM) continuerà a perseguire il miglioramento di queste politiche, tenendo conto delle raccomandazioni contenute nello studio dell’OCSE. In particolare, si concentrerà sullo sfruttamento del potenziale inespresso delle donne immigrate, così come sull’ulteriore supporto per il riconoscimento delle qualifiche straniere, per ottimizzare l’integrazione e contribuire all’economia del Paese.
In conclusione, mentre la Svizzera ha fatto grandi passi avanti nell’integrazione della popolazione immigrata, lo studio suggerisce che la piena valorizzazione del potenziale delle donne es il riconoscimento delle qualifiche professionali straniere rimangono aree su cui è necessario concentrarsi maggiormente per completare il processo di integrazione.
