Condividi su:

Uno Svizzero su quattro, all’interno come all’esterno dei confini nazionali, ha almeno due nazionalità. Sempre più persone acquisiscono la doppia cittadinanza alla nascita. La doppia cittadinanza riflette una realtà della nostra società ma il fenomeno non cessa di risvegliare emozioni e di sollevare quesiti, primi tra tutti quelli dell’appartenenza e della lealtà. Lo studio della Commissione federale della migrazione CFM presenta per la prima volta una panoramica a 360 gradi sull’evoluzione del fenomeno con le opportunità ed i rischi che comporta.

In occasione della giornata internazionale del migrante, la CFM pubblica lo studio «Cittadinanza e democrazia nell’era della migrazione transnazionale: contesto, opportunità e rischi della doppia cittadinanza» realizzato da Joachim Blatter, Martina Sochin D’Elia, Michael Buess su incarico della CFM. Lo studio evidenzia come l’aumento del numero di Svizzeri con due o più nazionalità mette viepiù tra parentesi la classificazione semplicistica tra «Svizzeri» e «stranieri».

Possedere due nazionalità significa non dover scegliere tra l’una o l’altra ma poterle invocare entrambe.

Vi sono molteplici fattori che favoriscono l’aumento del numero di binazionali. Dallo studio emerge che il fenomeno della doppia nazionalità è da ricondurre in primo luogo al fatto che la Svizzera non vuole tagliare ogni legame con i propri cittadini emigrati.

La Svizzera non ha mai limitato la possibilità degli Svizzeri all’estero di possedere due nazionalità, infatti circa il 75 per cento degli Svizzeri all’estero possiede due o più nazionalità.

Dall’introduzione dei pari diritti nel settore della cittadinanza, donne e uomini svizzeri possono trasmettere la loro cittadinanza ai figli anche ove questi nascano fuori del territorio della Svizzera, inoltre, il numero di matrimoni binazionali in Svizzera è in costante aumento e spesso e volentieri i figli nati da queste unioni sono binazionali.

Sin dal 1992 la Svizzera ammette questo statuto anche per le persone che chiedono la naturalizzazione: in questo ha fatto da pioniere per un trend che si è ormai affermato anche a livello globale.

Dal 1992, ossia dal riconoscimento dello statuto di binazionale, il numero di naturalizzazioni è aumentato. Va detto che la naturalizzazione comporta numerosi effetti positivi, giacché gli immigrati naturalizzati si identificano maggiormente con lo Stato ospite e si integrano meglio, sia economicamente sia sotto il profilo socioculturale.

Dallo studio emerge che le persone con doppia cittadinanza si sentono legate a più di un Paese, senza che questo diminuisca la loro lealtà verso la Svizzera. Oltre a promuovere le relazioni tra Stato d’origine e Stato di soggiorno, l’accettazione della doppia nazionalità genera flussi di denaro e di saperi.

Lo studio non sottace tuttavia i possibili rischi connessi con il fenomeno della doppia cittadinanza: proprio in virtù della loro doppia appartenenza, i binazionali corrono il pericolo di soggiacere a determinati obblighi senza beneficiare, secondo i casi, di diritti corrispondenti e, al tempo stesso, possono avere voce in capitolo in leggi alle quali non sono più soggette.

La doppia cittadinanza può altresì essere strumentalizzata: uno Stato può per esempio servirsene per perseguire mire espansionistiche oppure può agevolare agli individui la possibilità di accettare proposte di Paesi che promettono la cittadinanza in cambio di investimenti.

Con fatti e argomenti, lo studio fornisce un contributo al dibattito politico che, come anche in altri settori della politica migratoria, molto spesso è dettato da pregiudizi ed emozioni.

Photo: Pixabay.com