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Il Consiglio federale ritiene che tutte le vittime di misure coercitive a scopo assistenziale e collocamenti extrafamiliari anteriori al 1981 dovrebbero, per quanto possibile, ricevere un contributo di solidarietà; con il suo sostegno, il Consiglio ribadisce che prende sul serio l’analisi esaustiva e il riconoscimento dell’ingiustizia e delle sofferenze inflitte alle vittime.

In adempimento dell’iniziativa parlamentare “Vittime di misure coercitive. Proroga del termine” (19.471) e in conformità con una raccomandazione della Commissione peritale “Internamenti amministrativi” (CPI), la Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati (CAG S) propone di abrogare il termine per la presentazione delle domande per un contributo di solidarietà. L’abrogazione permette alle vittime, che per diversi motivi non sono state in grado di farlo, di presentare senza pressione una domanda entro il termine previsto.

Già l’autunno scorso il Consiglio federale ha sottolineato che il processo di riparazione e analisi non è ancora concluso. Ritiene fondamentali gli sforzi per una più ampia rielaborazione ed è tuttora del parere che il processo di riparazione debba concentrarsi soprattutto su un maggiore sostegno finanziario dei progetti di aiuto reciproco e sulla diffusione dei risultati della ricerca scientifica. Per questo motivo il Consiglio sostiene la proposta della CAG S di abrogare il termine per la presentazione della domanda per tale contributo, come osserva nel suo parere del 12 febbraio 2020.

Infine, nel suo parere del 27 novembre 2019 in merito all’iniziativa parlamentare “Garantire il diritto alle prestazioni complementari alle persone che nell’infanzia hanno subito collocamenti coatti e alle persone internate sulla base di una decisione amministrativa” (19.476), il Consiglio federale si è espresso a favore della proposta della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati di revocare le riduzioni delle prestazioni complementari alle vittime cui è stato versato un contributo di solidarietà e di restituire loro gli importi detratti. Fonte: admin.ch

Photo: pixabay