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articolo di Giuseppe Rusconi, apparso sul Corriere del Ticino del 26.02.2013

Il conclave potrà incominciare anche verso il 10 marzo, prima della scadenza fin qui prevista dalla norma. Lo ha deciso Benedetto XVI, modificando l’articolo 37 della costituzione Universi dominici gregis, che regola tra l’altro l’elezione di un nuovo Papa. La decisione sulla data precisa, come è stato evidenziato nella conferenza-stampa di ieri, resterà però al Collegio cardinalizio che si pronuncerà in materia nei primissimi giorni di marzo. Ieri si sono poi apprese altre due notizie importanti. La prima: il cardinale scozzese Keith O’Brien è stato pensionato anticipatamente (tre settimane prima della scadenza naturale dei 75 anni) da papa Ratzinger, che in questi giorni aveva approfondito le accuse di “comportamenti inappropriati” contro tre sacerdoti e un ex-sacerdote sporte contro l’ormai ex-arcivescovo di Edimburgo. Postilla importante: O’Brien in una dichiarazione ha comunicato che, pur restando cardinale, non parteciperà al conclave. Seconda notizia: la famosa relazione sullo stato della Curia redatta dai tre cardinali Herranz, Tomko e De Giorgi sarà consegnata da papa Ratzinger al suo successore e non sarà divulgata ai porporati durante il pre-conclave.

conclave

Se i palazzi repubblicani della riva sinistra del Tevere erano ieri sera in fibrillazione per le notizie clamorose connesse allo spoglio delle politiche, anche quelli papalini della riva destra in giornata hanno conosciuto gran fermento. Infatti la rinuncia dello scozzese O’Brien a partecipare al conclave a causa di suoi comportamenti risalenti agli Anni Ottanta -forse non penalmente perseguibili ma moralmente indegni – apre scenari imprevisti anche per altri confratelli elettori, cui si rimprovera un atteggiamento omissivo e ‘buonista’ nei confronti di sacerdoti delle loro diocesi coinvolti in vicende turpi di abusi sessuali. Da oggi i cardinali Roger Mahony (Los Angeles), Godfried Danneels (Bruxelles), Sean Brady (Dublino) saranno sottoposti a pressioni molto forti perché seguano l’esempio di O’ Brien e rinuncino a venire a Roma. Nei giorni scorsi era stato escluso che un cardinale non ultraottantenne potesse rinunciare al conclave, a meno di malattia grave. Oggi invece, rispondendo a una domanda in materia del ‘Corriere del Ticino’, il vice-camerlengo Pier Luigi Celata (il numero 2 della Camera apostolica che gestirà il periodo di sede vacante) ha confermato che l’articolo 40 della ‘Universi dominici gregis’ (“pastore dell’intero gregge del Signore”) prevede la possibilità che un cardinali rinunci al conclave anche per altre ragioni. Così suona la norma, confermata da papa Ratzinger: “Se, per caso, qualche cardinale avente diritto al voto rifiutasse di entrare nella Città del Vaticano per attendere ai lavori dell’elezione o in seguito, dopo che essa è cominciata, si rifiutasse di rimanere per adempiere al suo ufficio, senza manifesta ragione di malattia (…), gli altri elettori procederanno liberamente alle operazioni dell’elezione, senza attenderlo, né riammetterlo nuovamente”.