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articolo di Giuseppe Rusconi apparso sul ‘Corriere del Ticino’ del 5 ottobre 2013;
papa assisi
La Chiesa deve spogliarsi di un «pericolo gravissimo», quello della «mondanità», che, fondato sulla servitù verso il denaro, è contrario al cristianesimo: infatti lo «spirito del mondo è la lebbra della società e la uccide».
Così papa Francesco nel discorso pronunciato ieri ad Assisi nella Sala della Spogliazione, luogo altamente simbolico dove san Francesco si denudò per palesare il suo distacco completo dai beni terreni. Nel corso della giornata intensissima Jorge Mario Bergoglio ha voluto salutare (momento molto commovente) uno per uno i tanti giovani disabili ospiti dell’Istituto Serafico («Siete le piaghe di Gesù, che vanno riconosciute e ascoltate») e ha anche evidenziato come la Chiesa debba «seguire la via della povertà, che non è la miseria – questa è da combattere – ma il saper condividere con chi è bisognoso». Ad accompagnare il Papa gli otto membri del Consiglio dei cardinali, reduci dalla prima riunione in cui hanno discusso del futuro della Chiesa.
Jorge Mario Bergoglio non era mai stato ad Assisi. C’è andato ieri da papa Francesco – accompagnato per tutta la giornata dal calore di una grande folla – nel giorno di san Francesco.
L’attesa era grande soprattutto per quanto avrebbe detto nell’incontro con un centinaio di poveri (con altri poveri ha mangiato all’una) nella Sala della Spogliazione all’interno del Vescovado. Non pochi prefiguravano gesti ritenuti «concretamente rivoluzionari » come l’invito a vendere opere d’arte o la rinuncia a metà dei proventi dell’8 per mille italiano. Il Papa ha ironizzato su tali «fantasie» così esemplificate: «Spoglierà gli abiti dei Vescovi, dei Cardinali; spoglierà se stesso ». La «spogliazione» secondo papa Francesco era invece quella dallo «spirito del mondo», che rende «ridicoli» i cristiani che ne sono pervasi. Una scelta ritenuta poco concreta da chi si aspettava il grande gesto di rottura: e i delusi già si palesano tra i lettori della sinistra radicale e laicista.
Parole importanti del Papa nell’omelia della messa sul piazzale della Basilica: «La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo (…) La pace di san Francesco è quella di Cristo». Alle migliaia di giovani che lo attendevano alla Porziuncola, papa Francesco ha ricordato – a proposito di matrimonio, unione di un uomo e una donna – che «la società in cui vivete privilegia i diritti individuali piuttosto che la famiglia (…) Basterebbe guardare certi programmi televisivi: la società privilegia la cultura del provvisorio. però Gesù non ci ha salvati provvisoriamente, ma definitivamente!».
Massicci e ripetuti gli applausi dei giovani, anche quando ha ammonito a «predicare il Vangelo prima di tutto con la testimonianza, poi con le parole». Un episodio curioso in mattinata. Da una finestra del Serafico il Papa ha invitato a pregare per lui: “Per, non contro!». Solo una battuta o la coscienza di un certo disagio cresciuta negli ultimi tempi verso di lui nell’ala conservatrice del cattolicesimo?

Riforma della Curia.
Si diceva degli otto cardinali del Consiglio che il Papa – con gesto significativo – ha voluto con sé ad Assisi. Nella prima tre giorni da martedì a giovedì hanno incominciato a discutere dei modi di preparazione e di svolgimento del Sinodo dei Vescovi (il Papa vorrebbe dedicare il prossimo alla pastorale della famiglia) e di riforma della Curia. È probabile che la legge che regola la quotidianità curiale sia riscritta, non semplicemente aggiornata. Sono dunque attese importanti novità. Tra l’altro sarà ridimensionato il ruolo della Segreteria di Stato e sarà forse dato spazio a un «Moderatore» per il buon funzionamento della Curia. Prossima riunione? Già in tempi ravvicinati, dal 3 al 5 dicembre.