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Gli effetti della ratifica dell’accordo FATCA stanno andando oltre le peggiori previsioni. Ne avevamo parlato a giugno, sinceramente eravamo scettici sulla sottomissione della Confederazione al diritto statunitense, che oggi tribunali Svizzeri sono tenuti ad applicare, sempre sulla base di criteri statunitensi.

A questo effetto, già delicato in punto di diritto, si stanno aggiungendo effetti riflessi che incidono sul concetto stesso di Comunità e di Milizia – quindi – di Confederazione. Lo splendore della democrazia Svizzera è il popolo sovrano, per questa ragione è assolutamente necessario monitorare con attenzione questi cambiamenti ed attuare tutte le soluzioni necessarie e disponibili per la salvaguardia del nostro patrimonio culturale e della nostra libertà.

Questa doverosa premessa serve come chiave di lettura per interpretare correttamente i punti caldi in discussione in questo periodo: i rapporti bancari, i procedimenti elettorali ed il diritto al rimpatrio.
Temi caldi in quanto rappresentativi dei termini che definiscono i rapporti tra stato e cittadino in una democrazia moderna: la proprieta privata, la rappresentanza democratica, l’appartenenza ad una Comunità.

Temi questi apparentemente autonomi e disgiunti, sono apparsi in una preoccupante sequenza, almeno agli occhi degli Svizzeri residenti all’estero che si sono visti prima chiudere i conti bancari, regolarmente denunciati, oppure con costi bancari molto elevati rispetto al residenti, poi diminuiti nella loro possibilità di espressione democratica e, infine, additati come indesiderabili e soggetti alla stessa legge che regola l’immigrazione delle altre persone. Nella definizione di uno stato moderno concorre un altro elemento che non abbiamo citato prima: la difesa. Elemento che entra in gioco come reazione naturale ad una serie di provvedimenti se percepiti come attacco, vogliamo continuare a credere che siano solo coincidenze ma le singole azioni saranno oggette di attento monitoraggio, per garantire quel controllo democratico – diretto – che ancora ci caratterizza. La questione è stata oggetto di una risoluzione adottata ad Aarau il giorno di Ferragosto, durante la sessione estiva del Consiglio degli svizzeri dell’estero (CSE), riunitosi nella sala del parlamento cantonale. Decisa la presa di posizione del Presidente del Circolo Svizzero di Roma, espressa durante un’intervista ad RSI.

Per quanto riguarda i maggiori costi sostenuti dalle banche per l’applicazione dell’accordo FATCA dovremo garantire ai cittadini Svizzeri residenti all’estero – per un breve o lungo periodo – quel senso di sicurezza e tranquillità, anche solo psicologico, di poter gestire un conto in Patria, anche per quel presumibile rientro per quanti sceglieranno di trascorrere serenamente in Svizzera i periodi più fragili della loro vita. La banca è un servizio e come tale, avendo ben funzionato per tanto tempo, non deve arrogarsi privilegi e diritti in funzione di normative di altri stati, su questo varrailbuon senso e la sana competizione fra istituti, di cui vi daremo conto a tutela degli Svizzeri all’estero che sembra siano diventati il bersaglio preferito di banche che – evidentemente – di svizzero hanno solo un indirizzo.

Altra preoccupazione per la Comunità svizzera estera è l’iniziativa Ecopop che verrà sottoposta al giudizio popolare – con la nostra raccomandazione di rifiutarla – il prossimo 30 novembre 2014.

Tale iniziativa chiede di reimpostare la politica elvetica di immigrazione sulla base della popolazione residente che non potrà aumentare – per effetto della migrazione – di oltre lo 0,2% all’anno sulla media di tre anni; oltre ad imporre la modifica dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone ed alla Convenzione dell’Associazione europea di libero scambio (AELS), impedirebbe anche il rientro in patria dei cittadini svizzeri emigrati nel tempo in altri paesi, ma non impedirebbe l’aumento della densità demografica ed il conseguente impatto negativo in termini ambientali – paradossalmente questo il pretesto della proposta – dovuto a presenze di imprese e persone ad altro titolo o per altro effetto presenti sul suolo della Confederazione.

Queste iniziative fanno riflettere anche sui meccanismi di iscrizione alle liste elettorali e sulle modalità di voto a distanza, che riguarda il 10% degli aventi diritto al voto. Una percentuale non trascurabile.