Con il voto finale del parlamento europeo in seduta plenaria, termina il percorso di revisione della normativa Ue sulla protezione dei dati, tesa a sostituire la vecchia direttiva Ce che risaliva al lontano 1995, la riforma della privacy che a breve manderà in soffitta il testo unico del 2003.
Il regolamento europeo detta nuove e più strette regole, che prendono atto dei cambiamenti intervenuti rispetto al periodo in cui Internet era ancora agli albori “per garantire ai cittadini – afferma in un comunicato Federprivacy – un livello di protezione elevato e uniforme in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea per un pieno sviluppo dell’economia digitale”.
Il testo che prenderà il posto nel nostro Paese dell’attuale codice della privacy (d.lgs. n. 196/2003) detta disposizioni sul diritto all’oblio, sul diritto di trasferire i dati ad altri fornitori di servizi e di essere informati in caso di violazioni, sul consenso (chiaro ed informato) al trattamento dei dati personali e sull’obbligo per le imprese di utilizzare linguaggi comprensibili nelle informative a pena di sanzioni che possono arrivare fino a 20 milioni di euro ovvero al 4% del fatturato annuo per i trasgressori.
Con il nuovo regolamento “è stato finalmente dato ordine per un mercato digitale finora dominato indiscriminatamente dai colossi del web americani, che ora dovranno invece rimboccarsi le maniche per allinearsi”, ha commentato il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi.
Il regolamento sarà pubblicato nei prossimi giorni nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea per entrare in vigore 20 giorni dopo. Le disposizioni saranno immediatamente applicabili (senza necessità cioè di recepimento) in tutti gli stati membri due anni dopo tale data.