Condividi su:

Il consumo di mozzarella di bufala Campana Dop è in costante aumento tra i consumatori di fede musulmana grazie all’introduzione sul mercato della mozzarella di bufala certificata “halal”.
Un prodotto “halal”, cioè “lecito”, è qualcosa che può essere consumato dai musulmani osservanti perché realizzato nel rispetto delle leggi islamiche ed è, quindi, conforme ai dettami del Corano e della Sharia.
I prodotti a marchio “halal” si rivolgono ad un mercato di circa due miliardi di persone nel mondo; i dati raccolti dal Consorzio della mozzarella affermano che nel 2016 sono stati prodotti più di 10.000 tonnellate di mozzarella di bufala Campana Dop “halal”, pari al 24% del totale, questo significa che una mozzarella su quattro è destinata a consumatori musulmani.
Cresce anche il numero dei caseifici certificati che rappresentano il 20% degli iscritti al Consorzio di Tutela in tutta l’area di produzione Dop che è comprende: Campania, basso Lazio, Capitanata in Puglia e Venafro in Molise.
La spinta verso il mondo musulmano rappresentato sia dai paesi di fede islamica che dai consumatori di tutta Europa, nasce dal potenziale di questo mercato: “secondo il rapporto Euromonitor, afferma il presidente del Consorzio di Tutela Domenico Raimondo, i consumatori di prodotti a marchio “halal”… entro il 2030 peseranno per il 26% dei consumi mondiali. Per alcuni Paesi islamici quello “halal” è un requisito doganale imprescindibile per l’entrata e la commercializzazione di alcuni generi alimentari”.
La prima azienda casearia in Italia ad ottenere la certificazione di conformità “halal” è stato il caseificio La Baronia, che nel 2011 ha prodotto la prima mozzarella di bufala Campana Dop certificata; oggi la loro mozzarella è esportata negli Emirati Arabi ed in altri paesi dell’area.
Le differenza tra il prodotto “halal” e quello tradizionale non è da ricercarsi nella qualità o nelle materie prime usate ma nel percorso produttivo che rispetta i vincoli dettati dalla religione islamica e che viene sottoposto alla verifica da parte di autorevoli rappresentanti della comunità islamica che certificano la correttezza dei procedimenti e l’assenza di sostanze vietate.