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La Svizzera ha depositato la candidatura della stagione alpestre perché venga iscritta nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. L’UNESCO esaminerà alla fine del 2023 la candidatura depositata il 31 marzo 2022 dalla Svizzera, che partecipa anche alla candidatura transnazionale dell’irrigazione tradizionale in Europa allo scopo di valorizzare le tradizioni svizzere dei consorzi delle rogge e dei prati irrigui.

Condurre il bestiame negli alpeggi estivi in alta quota è una tradizione vivente attestata sin dal Medioevo. Nel tempo la stagione alpestre è stata continuamente adattata alle condizioni climatiche, sociali ed economiche locali e ha così permesso di produrre generi alimentari di qualità che hanno reso la Svizzera famosa nel mondo.

La salita e la discesa dagli alpeggi, i metodi di produzione del formaggio, le competenze legate alla gestione dei pascoli, la fabbricazione artigianale degli utensili e i canti tradizionali costituiscono un repertorio di usi e costumi, competenze e rituali tipico della stagione alpestre e ne fanno una tradizione oltremodo vivace. Eppure il suo futuro solleva diversi interrogativi, per esempio riguardo alla trasmissione di questi saperi o all’adattamento della pratica dell’alpeggio ai cambiamenti climatici. La preparazione della candidatura ha permesso di individuare misure concrete per far sì che questa tradizione possa essere trasmessa alle generazioni future.

Al termine di una procedura di valutazione che durerà circa 18 mesi, l’UNESCO deciderà nel novembre 2023 se iscrivere la stagione alpestre nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

La Svizzera sostiene anche la candidatura transnazionale dell’«Irrigazione tradizionale in Europa: conoscenze, tecniche e organizzazione» assieme ad altri sei Paesi coordinati dall’Austria. Questa candidatura mira a valorizzare i sistemi tradizionali di irrigazione e gestione dell’acqua, in particolare da parte dei consorzi storici che hanno il compito di amministrare beni comuni in una dimensione locale e partecipativa. In Svizzera rientrano nel progetto i «Wässermatten» (prati irrigui) dell’Alta Argovia (Cantoni di Berna e Lucerna) e i consorzi delle rogge del Cantone del Vallese (Oberwalliser Sonnenberge, consorzi di Ayent, Lens, Trient, Nendaz e Grächen).

Con la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che si distingue dalla Convenzione per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale, l’UNESCO mira a proteggere un patrimonio che non si materializza nello spazio, ma nel tempo, nelle pratiche comunitarie e nelle interazioni sociali. Tale patrimonio comprende tradizioni viventi come le espressioni orali, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali, i riti e le feste, le conoscenze relative alla natura e all’universo e le abilità artigianali. Illustra così la creatività umana e testimonia la grande diversità delle espressioni culturali nel mondo.

fonte: Ufficio federale della cultura
foto: pixabay