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Il diritto alla satira è sacrosanto ma se si spinge fino a diventare scherno, derisione, beffa, burla, ovvero una palese presa in giro, può comportare per l’autore una condanna al risarcimento dei danni morali causati per diffamazione.
satira
Lo ha sottolineato una recente sentenza della Cassazione, che confermando la decisione della Corte d’Appello di Napoli, aveva condannato per diffamazione un giornalista, il direttore responsabile della testata e la società editrice a risarcire per danni morali un medico la cui fotografia veniva abbinata ad una vignetta umoristica, gratificandolo con il titolo di somaro.

La satira, pur rappresentando una manifestazione del diritto di critica, per la sua natura di diritto soggettivo e opinabile, è sottratta al parametro della verità – ma soltanto quando – i fatti così rappresentati in modo apertamente difforme alla verifica del reale sono privi della capacità offensiva; infatti nell’attuale contesto della democrazia italiana, la libertà di espressione del pensiero deve rispettare il contenuto intrinseco di ogni libertà che trova nella responsabilità e nel dovere la sua concreta ed evolutiva considerazione.

La satira non può assumere nessuna forma di dileggio, disprezzo o distruzione della dignità della persona.