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Lo scorso 27 settembre la Camera ha approvato, in via definitiva, il nuovo Codice Antimafia che introduce maggiori controlli e più regole.

Secondo il Ministro della Giustizia Orlando questa Legge, appena approvata dalla Camera, in attesa di apparire pubblicata in Gazzetta Ufficiale, è molto importante; darà “una spinta significativa alla trasparenza della gestione dei beni confiscati e, per superare anche elementi di opacità che hanno caratterizzato la gestione negli anni passati”.

Con il nuovo Codice si amplia la cerchia dei possibili destinatari di misure di prevenzione personali e patrimoniali: oltre a chi è indiziato per aver aiutato latitanti di associazioni a delinquere la riforma aggiunge, quale destinatario di misure di prevenzione, anche chi commette reati gravi contro la P.A. come peculato, corruzione e concussione commessi in associazione ma anche chi è indiziato per stalking o terrorismo.

Il Codice stabilisce anche maggior efficacia e rafforzamento di sequestri e confisca, e maggior coordinamento tra le figure proponenti le misure di prevenzione, con la possibilità di accedere al sistema di interscambio flussi dell’agenzia delle Entrate.

Viene introdotto l’istituto del controllo giudiziario delle aziende in caso di pericolo di infiltrazioni mafiose e sono estesi i casi di confisca allargata; per favorire la ripresa della aziende viene istituito un fondo da 10 milioni di euro l’anno e vengono elaborate misure per sostenere la prosecuzione dell’attività imprenditoriale e per salvaguardare i posti di lavoro.

Viene, inoltre, riorganizzata l’Agenzia nazionale per i beni confiscati che rimane sotto la vigilanza del Ministero dell’Interno e sarà dotata di un organico di 200 persone.

Photo: Pixabay