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L’Ufficio federale della cultura (UFC) ha consegnato all’Ambasciata d’Egitto a Berna 26 beni culturali archeologici. Gli oggetti sono stati confiscati nel corso di due procedure penali cantonali.

Fra gli oggetti restituiti si trovano una statuetta del dio Anubi, 12 ushabti, che in antico egizio significava “quelli che rispondono”, erano delle piccole statue che costituivano elemento integrante ed indispensabile del corredo funebre, e diversi amuleti, tra l’altro raffiguranti l’occhio di Horus (simbolo della prosperità, del potere regale) e il pilastro Djed (= “stabilità”, “presenza”) o Zed. Nella religione degli antichi Egizi, lo Djed è la rappresentazione della spina dorsale del dio Osiride, re dell’Oltretomba. Per gli Egizi, la spina dorsale era sede del fluido vitale, e simboleggiava la stabilità. Questi beni culturali sono databili tra il terzo millennio e il quarto secolo a.C.

Gli oggetti sono stati confiscati dalle autorità dei Cantoni di Lucerna e del Vallese nel corso di due procedure penali. Il 21 novembre, a Berna, Yves Fischer, il direttore supplente dell’UFC ha consegnato i beni culturali in questione all’ambasciatore d’Egitto per un rimpatrio nello Stato d’origine.

La Svizzera e l’Egitto hanno ratificato la Convenzione UNESCO del 1970 concernente le misure da adottare per interdire e impedire l’illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà dei beni culturali. Questa restituzione s’iscrive nel mutuo impegno dei due Paesi contro il traffico dei beni culturali, reso ancora più concreto nel 2011 con l’entrata in vigore di un accordo bilaterale concernente l’importazione e il rimpatrio di tali beni e nel quadro dell’attuazione della legge federale sul trasferimento internazionale dei beni culturali (LTBC).

Photo: Pixabay.comr