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Il consigliere federale Ignazio Cassis ha aperto il Forum globale sui rifugiati che si è tenuto al Palazzo delle Nazioni di Ginevra il 17 e 18 dicembre 2019, insieme al segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres e all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi. L’obiettivo del Forum, è stato trovare soluzioni comuni per rispondere alle esigenze delle persone in fuga e delle comunità che le accolgono.

Attualmente nel mondo si contano più di 70 milioni di rifugiati, profughi e sfollati, la soglia più alta raggiunta dalla Seconda guerra mondiale a oggi, e il numero continua ad aumentare. Data la portata del fenomeno, è doveroso che la comunità internazionale agisca di comune accordo, perché nessuno Stato può affrontare da solo questa sfida.

Il Forum globale sui rifugiati è stato organizzato per dare concretezza al Patto e definire impegni concreti da parte di tutti gli attori coinvolti: Stati, naturalmente, ma anche organizzazioni internazionali, autorità locali, organizzazioni non governative, il settore privato e soprattutto i diretti interessati e le comunità di accoglienza, che sono stati invitati a partecipare all’evento. Primo nel suo genere, il Forum è stato creato per fungere da piattaforma di scambio grazie alla quale stringere partenariati e proporre soluzioni innovative alle crescenti sfide che le persone in fuga e le comunità che le accolgono devono affrontare.

«Abbiamo l’opportunità di utilizzare questo Forum per passare dalle parole del Patto ai fatti», ha affermato Ignazio Cassis all’apertura del Forum, che la Svizzera ospita con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR). Il capo del Dipartimento degli affari esteri ha ricordato, inoltre, che la protezione dei rifugiati ha una lunga storia in Svizzera. Con la Ginevra internazionale e le Convenzioni di Ginevra, la Svizzera è la capitale mondiale dell’aiuto umanitario e dei diritti umani.

La Svizzera ha definito tre aree prioritarie su cui incentrare la propria azione: innanzitutto la protezione degli sfollati, visto che oltre l’80 per cento delle persone in fuga rimane nella propria regione d’origine; poi la promozione dell’autonomia e l’integrazione dei rifugiati nei Paesi di prima accoglienza, tenendo conto del fatto che una delle loro difficoltà principali è l’accesso all’istruzione (meno della metà dei bambini profughi e rifugiati nel mondo termina la scuola dell’obbligo); e infine la prevenzione, attraverso il rispetto del diritto internazionale umanitario e della pace, la cooperazione allo sviluppo e l’attuazione dell’Agenda 2030, con l’obiettivo di sradicare le cause profonde che spingono le persone e le popolazioni a lasciare i loro Paesi per sfuggire alle minacce o alle persecuzioni. Fonte; admin.ch