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Caffé Dunant nr. 586 del 7 giugno 2020 propone il Comunicato stampa del 3 giugno 2020 pubblicato sul Sito del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Traduzione non ufficiale di Maria Grazia Baccolo.

• In Nigeria, il 95% degli intervistati ci ha riferito che le loro fonti di reddito avevano sofferto
• In Iraq, l’83% delle persone ci ha detto che i loro mezzi di sostentamento sono stati colpiti
• In Ucraina, il 75% degli intervistati ha segnalato un aumento dei prezzi degli articoli di base

Ginevra (CICR) – I dati di un nuovo sondaggio ci avvertono che in assenza di un’azione coordinata da parte di Stati, istituzioni finanziarie internazionali e attori dell’aiuto umanitario e dello sviluppo, le difficoltà economiche causate dalla pandemia di Covid-19 potrebbe provocare un’esplosione nella dipendenza dagli aiuti nei paesi colpiti da conflitti, ha dichiarato oggi il Comitato Internazionale della Croce Rossa.

Senza un’azione precisa e puntuale da parte della comunità globale, prevediamo un’escalation dei bisogni umanitari dopo la pandemia di Covid-19. È probabile che emergano nuove esigenze in materia di salute e protezione a breve e lungo termine; in alternativa le comunità resilienti avranno bisogno di aiuto.

La pandemia di Covid-19 ha un impatto enorme sull’economia e sulla sicurezza alimentare, che probabilmente peggiorerà nel tempo. Nei paesi colpiti dal conflitto, milioni di persone sono già totalmente o parzialmente private dell’assistenza sanitaria, cibo, acqua ed elettricità e devono vivere nella precarietà dei prezzi e nella distruzione delle infrastrutture. L’impatto della pandemia potrebbe portare ad un circolo vizioso di perdita di reddito che aumenterà la povertà e la fame.

Appaiono le prime indicazioni del notevole impatto di Covid-19 nelle zone di conflitto in cui è presente il CICR:
• In Nigeria, il 95% degli intervistati in un sondaggio realizzato dal CICR, su un campione di 313 persone, hanno affermato che il loro sostentamento era stato influenzato dal Covid-19, con conseguente perdita di salari o reddito. Questo dato è dell’83% in Iraq (su 130 intervistati) e del 52% in Libia (su 190).
• In Iraq, il 77% degli intervistati ha dichiarato di non avere risparmi per affrontare la crisi; in Libia erano all’85%, in Nigeria al 48%.
• In Ucraina, il 75% dei 215 intervistati ha segnalato prezzi più elevati per gli articoli di base, mentre il 47% ha riscontrato difficoltà di accesso al mercato.

“Il Covid-19 sta causando uno shock finanziario per le famiglie, in particolare nelle zone di conflitto. Temo che senza un’azione coordinata degli Stati e degli attori umanitari, le conseguenze a lungo termine saranno devastanti”, ha dichiarato Charlotte Bennborn, capo del dipartimento di sicurezza economica del CICR.

Il CICR chiede il mantenimento o l’espansione dei programmi di protezione sociale per l’inclusione dei più vulnerabili. È inoltre necessario rafforzare le attività umanitarie esistenti focalizzate su sicurezza alimentare, alimentazione e mezzi di sussistenza.

Molte famiglie hanno già esaurito i meccanismi di sopravvivenza che vengono utilizzate di solito per superare i tempi difficili: chiedere un prestito ai membri della famiglia od ai vicini, ridurre gli acquisti, utilizzare i risparmi. Le famiglie più colpite vivevano già nell’insicurezza alimentare e la pandemia ha ulteriormente ristretto l’accesso fisico e finanziario ai mercati alimentari.

Fatto preoccupante, la fame cronica o la malnutrizione e Covid-19 si rafforzano a vicenda poiché le precedenti epidemie – Ebola, SARS, MERS – hanno compromesso la sicurezza alimentare ed un aumento dei tassi di malnutrizione. Il miglioramento dei sistemi sanitari nelle zone di conflitto ha effetti positivi a livello locale e globale.

“A breve termine, la priorità deve essere quella di rafforzare i sistemi sanitari, idrici e igienico-sanitari nelle zone di conflitto per prevenire e gestire la trasmissione di malattie infettive”, ha affermato Esperanza Martinez, capo dall’unità sanitaria del CICR.

Inoltre, la mancanza di reddito potrebbe colpire le famiglie in un momento in cui i paesi stanno lottando per fornire servizi essenziali, aumentando l’insicurezza alimentare per le persone già a rischio. Quando vengono imposte restrizioni di viaggio, le persone devono fare una scelta difficile tra guadagnarsi da vivere e proteggere la propria salute.

Anche le famiglie che dipendono dai fondi inviati dai genitori migranti sono a rischio, poiché le opportunità di reddito stanno peggiorando anche nei paesi più ricchi. La Banca mondiale prevede che la crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19 ridurrà le rimesse globali del 20% nel 2020. In Yemen, ad esempio, COVID-19 ha portato ad un forte calo delle rimesse – che potrebbe salire al 70%, mentre il prezzo di un paniere alimentare (riso, lenticchie, latte, farina, fagioli, olio da cucina, zucchero, sale) è aumentato del 60% dall’inizio del conflitto nel 2015.

nella foto: Siria: il personale del CICR e della Mezzaluna Rossa Araba Siriana (CRAS) consegnano pecore alle persone che sono tornate nel villaggio di Mehin, vicino a Homs. Riceveranno inoltre foraggio e servizi veterinari. I team del CICR e del CRAS hanno disinfettato il sito ove si svolge la distribuzione, indossato maschere e tenuto le distanze il più lontano possibile. Foto Anas Kambal / ICRC

Fonte originale in lingua francese al link https://www.icrc.org/fr/document/proteger-les-moyens-de-subsistance-pendant-le-covid-19-ou-risquer-une-explosion-de-la