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Pubblicati i risultati dell’ultima rilevazione delle attività culturali in Svizzera realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST) che si riferisce all’anno 2019; la precedente indagine era stata fatta nel 2014.

Le attività culturali e del tempo libero della popolazione residente in Svizzera vengono sondate a cadenza quinquennale attraverso l’indagine tematica sulla lingua, la religione e la cultura (ILRC). I dati rilevati nel 2019 consentono di effettuare paragoni con la prima indagine, realizzata nel 2014. I risultati mostrano quindi la situazione e le tendenze nell’ambito delle attività culturali e del tempo libero poco prima della crisi pandemica.

Rispetto al 2014 le quote di popolazione che hanno visitato monumenti e siti storici o archeologici, che hanno assistito a concerti, che hanno visitato musei e mostre e che si sono recati al cinema sono molto stabili, nonostante la crescente concorrenza costituita dalla fruizione della cultura mediante sistemi digitali.

Visitare istituzioni culturali è un’attività la cui frequenza varia a seconda del profilo sociodemografico delle persone. Si denotano differenze marcate soprattutto a seconda del livello di formazione e si riscontrano anche differenze in funzione del genere, seppur più rare, e dell’età.

Come nel 2014, anche nel 2019 quasi i due terzi della popolazione (65%) hanno praticato un’attività culturale dilettantistica e per alcune attività si osserva persino un aumento anche se un ruolo nella fruizione di queste attività lo riveste anche la situazione finanziaria, che talora va di pari passo con il livello di formazione a discapito delle persone appartenenti ad economie domestiche dal reddito basso.

Per quanto concerne il settore della musica, nel 2019 la parte del leone l’hanno fatta i fruitori di concerti di musica pop o rock (29%), seguiti da quelli di concerti di musica classica e opera (25%) e dai concerti di musica svizzera tradizionale o fanfara (21%). Come nel 2014, ad ascoltare musica privatamente è circa il 96% della popolazione. Tra i supporti di ascolto musicale utilizzati salta all’occhio la diminuzione dei CD/DVD e dei lettori MP3. Nel 2019 la musica è stata ancora ascoltata maggiormente via radio o TV, seguita dall’ascolto tramite cellulare (cresciuto di 19 punti percentuali dal 2014) e quello tramite computer.

La lettura e la frequenza della lettura sono rimaste stabili nel tempo. Come nel 2014, anche nel 2019 l’83% della popolazione ha letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti la rilevazione, e quasi il 30% legge più di un libro al mese. Invece è nettamente aumentata la quota di persone che leggono e-book. A modificarsi è pure il profilo sociodemografico dei lettori di e-book: nel 2014 a leggere libri elettronici erano prevalentemente gli uomini, mentre nel 2019 tale differenza si è praticamente annullata. Lo stesso vale per l’età di chi legge in formato elettronico.
Inoltre sia nel 2019 che nel 2014 un’analoga percentuale di popolazione era soddisfatta dell’offerta culturale proposta nella propria regione di residenza. Nel 2019, alla domanda relativa ad eventuali ostacoli alla fruizione di visite culturali, la metà della popolazione (50%) ha risposto di non avere abbastanza tempo per intraprendere attività culturali o prevederne di più, un terzo (32%) si è trovato limitato a causa di mezzi finanziari insufficienti mentre il 23% ha indicato di sentirsi fuori posto quando visita istituti culturali o frequenta eventi del genere; ad aver risposto in tal senso sono state soprattutto le persone intervistate con un basso livello di formazione o con mezzi finanziari limitati.

fonte: UST
photo: pixabay