Condividi su:

Nella sua seduta del 26 maggio il Consiglio federale ha constatato che le condizioni per una conclusione dell’Accordo non sono soddisfatte, pertanto ha deciso di non firmarlo e lo ha comunicato all’UE. Terminano così i negoziati sulla bozza di accordo.

I colloqui con l’UE non hanno permesso di trovare le soluzioni di cui la Svizzera aveva bisogno nei settori della direttiva sulla libera circolazione dei cittadini UE, della protezione dei salari e degli aiuti di Stato.

Il presidente della Confederazione Guy Parmelin ha informato per iscritto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di questa decisione. Terminano così i negoziati con l’UE sulla bozza di accordo istituzionale.

Prima di prendere questa decisione, il Consiglio federale ha consultato e sentito le Commissioni della politica estera dell’Assemblea federale ed i Cantoni. Anche le parti sociali sono state informate. I risultati di questi colloqui sono confluiti nella decisione dell’Esecutivo.

L’Accordo istituzionale aveva lo scopo di assicurare anche in futuro l’accesso della Svizzera al mercato interno dell’UE e di permetterne l’ulteriore ampliamento ed avrebbe rappresentato un cambiamento radicale nelle relazioni tra la Svizzera e l’UE. Nell’ambito degli accordi di accesso al mercato sarebbe stato introdotto il principio del recepimento dinamico del diritto. Era poi prevista l’istituzione di una procedura di composizione delle controversie per mezzo di un tribunale arbitrale. La Corte di giustizia europea sarebbe stata coinvolta laddove fosse stato necessario interpretare il diritto dell’UE.

Con il suo mandato negoziale del 2013 il Consiglio federale si prefiggeva di salvaguardare per il futuro le misure di accompagnamento ed escludere l’eventualità che la Svizzera fosse obbligata a recepire la direttiva sulla libera circolazione dei cittadini UE nell’ALC.

La decisione di non firmare l’Accordo istituzionale segna la fine di un processo negoziale durato sette anni. Il Consiglio federale è consapevole del fatto che la mancata conclusione dell’Accordo porterà con sé anche effetti negativi, come ha già più volte comunicato. L’UE ha dichiarato in varie occasioni di non essere disposta a concludere nuovi accordi di accesso al mercato in mancanza di un accordo istituzionale.

L’Esecutivo ritiene tuttavia che sia nell’interesse di entrambe le parti che gli accordi esistenti continuino a essere aggiornati e conta sul fatto che non sia accantonata la cooperazione in ambiti collaudati.

La cooperazione si basa su un complesso di oltre 100 accordi bilaterali. l’Unione europea è il partner più importante della Svizzera. La Svizzera, da parte sua, è uno dei più importanti partner commerciali dell’UE.

La Confederazione condivide i valori sui cui si basa l’Unione Europea e si impegna a fianco ad essa per affrontare le sfide globali, in particolare la protezione del clima, la promozione dei diritti umani, la pace e la sicurezza, e la lotta contro la povertà. Insieme lavorano per rafforzare la cooperazione nei settori della salute, della tutela dell’ambiente, dello sviluppo regionale e della digitalizzazione, e si mostra solidale con l’Unione nelle questioni migratorie.

L’Esecutivo intende mantenere ed ampliare il partenariato con l’UE tramite i trattati bilaterali. Propone quindi all’Unione Europea di avviare un dialogo politico per sviluppare e attuare un’agenda condivisa sulla futura collaborazione e punta a cercare di risolvere insieme problemi specifici, garantendo così l’applicazione quanto più fluida possibile degli accordi esistenti.

Fonte: www.eda.admin.ch