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La 13esima rendita AVS sarà versata una volta all’anno e andrà finanziata durevolmente. Nella sua seduta del 27 marzo 2024 il Consiglio federale ha stabilito i parametri per l’attuazione dell’iniziativa popolare accettata il 3 marzo 2024. Nel 2026 la 13esima mensilità causerà spese supplementari per 4,2 miliardi di franchi. Per coprirle, il Consiglio federale si è accordato su due varianti.

Il Consiglio federale intende garantire che il supplemento sulle rendite di vecchiaia possa essere versato a tutti i beneficiari di rendita a partire dal 2026. Nel contempo, vuole far sì che a nessuno vengano ridotte le prestazioni complementari in seguito al versamento di questo supplemento; per questol il Consiglio ha incaricato il Dipartimento federale dell’interno (DFI) di preparare le necessarie modifiche della legge federale sull’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (LAVS) e della legge federale sulle prestazioni complementari all’assicurazione per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPC).

Il Consiglio federale prevede un versamento annuale della 13esima mensilità. Al momento della sua introduzione, la 13esima rendita costerà 4,2 miliardi di franchi. Dopo cinque anni, le spese saliranno a circa 5 miliardi di franchi. Senza un finanziamento supplementare, l’AVS si ritroverebbe rapidamente in difficoltà finanziarie. Per non compromettere la situazione finanziaria dell’AVS, il Consiglio federale vuole garantire il finanziamento della 13esima rendita già al momento della sua introduzione. A tal fine intende vagliare due varianti: la prima prevede un aumento dei contributi salariali di 0,8 punti percentuali, la seconda un aumento combinato dei contributi salariali (+0,5 punti percentuali) e dell’imposta sul valore aggiunto (+0,4 punti percentuali).

Attualmente la Confederazione fornisce un contributo fisso pari al 20,2 per cento delle spese dell’AVS. Per non gravare ulteriormente il bilancio federale, il Consiglio federale prevede di ridurre al 18,7 per cento la partecipazione della Confederazione alle spese dell’AVS dal 1° gennaio 2026 fino all’entrata in vigore della prossima riforma dell’assicurazione. Ciononostante, il contributo della Confederazione sarà di circa 11 miliardi nel 2026 e aumenterà ulteriormente negli anni successivi.

Anche per compensare la riduzione della partecipazione della Confederazione il Consiglio federale prevede due varianti: nella prima, i fondi necessari saranno prelevati dal Fondo AVS; nella seconda, invece, occorreranno ulteriori entrate, che proverranno o da un aumento dei contributi salariali (+0,2 punti percentuali) o da un aumento combinato dei contributi salariali e dell’imposta sul valore aggiunto (rispettivamente, +0,1 e +0,2 punti percentuali). Queste entrate confluirebbero nell’AVS, evitando che il Fondo AVS sia ulteriormente gravato a causa del minore contributo federale.

Anche senza le spese supplementari derivanti dalla 13esima rendita, l’AVS dovrà affrontare importanti sfide finanziarie e, nonostante le misure proposte, si prevedono deficit a partire dal 2030. In primo luogo, il numero dei pensionati aumenta più rapidamente rispetto a quello delle persone attive che versano contributi salariali all’AVS. In secondo luogo, l’aumento della speranza di vita comporta un allungamento del periodo di versamento delle rendite. Per questo motivo, già tre anni fa il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di elaborare entro il 2026 una nuova riforma per il periodo successivo al 2030. Nell’ambito di questa riforma andranno vagliate anche misure strutturali quali l’aumento dell’età di riferimento e altre possibilità di finanziamento non attuabili a breve termine.

Il Consiglio federale si è fissato un calendario serrato per garantire l’attuazione e il finanziamento della 13esima rendita fino al 2026. Per questo ha incaricato il DFI di presentare entro l’estate del 2024 un progetto da porre in consultazione sulla base dei parametri decisi. Il messaggio dovrà essere sottoposto al Parlamento entro l’autunno del 2024.

Fonte: Il Consiglio federale
foto: pixabay