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Il diploma non è un punto d’arrivo, ma spesso l’inizio di un percorso professionale dinamico. Secondo un’indagine realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST) nel 2023, due persone diplomate su tre hanno cambiato lavoro entro cinque anni dal conseguimento del titolo. Per molti, il cambiamento si è tradotto in progressi significativi sul piano salariale e della soddisfazione personale.

Cinque anni dopo la fine degli studi, il 67% dei diplomati dichiara di aver vissuto almeno un cambiamento professionale. La mobilità è particolarmente elevata tra chi ha conseguito un master o un dottorato universitario (72%) e tra i titolari di un bachelor in una scuola universitaria professionale (68%). Decisamente più stabile la carriera di chi ha completato la formazione presso un’alta scuola pedagogica, con meno della metà (44%) che ha cambiato lavoro. Le ragioni principali del movimento sul mercato del lavoro sono la ricerca di nuove sfide (45%) e l’insoddisfazione per l’impiego precedente (32%), legata soprattutto all’ambiente o ai contenuti delle mansioni.

Carriera e promozioni

Il cambio di lavoro si traduce spesso in una crescita di carriera. Tra coloro che hanno cambiato impiego tra uno e cinque anni dal diploma, circa un quarto ha raggiunto una posizione gerarchica superiore. La percentuale sale al 27–31% tra i laureati con master o dottorato universitario, scende al 23% per i diplomati delle scuole universitarie professionali e crolla al 5% per chi ha ottenuto un titolo nelle alte scuole pedagogiche. La maggioranza (circa il 65%) mantiene comunque un livello equivalente, mentre i casi di retrocessione sono rari (meno del 5%).

Aumenti salariali e maggiore soddisfazione

Le promozioni portano con sé vantaggi tangibili. Chi è stato promosso, sia all’interno della stessa impresa (12%) sia presso un nuovo datore di lavoro (11%), ha visto crescere il proprio reddito lordo reale dal 13 al 18%. Anche un semplice cambio di datore di lavoro, senza avanzamenti di carriera, è associato a un incremento salariale medio del 6%.

Ma non è solo una questione di stipendio. La soddisfazione professionale aumenta in modo significativo: fino al 47% in più rispetto al reddito, al 26% per la corrispondenza tra attività svolta e formazione ricevuta e al 44% per l’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Dieci anni dopo: chi continua a formarsi guadagna di più

L’UST ha analizzato anche i percorsi di chi ha ottenuto un titolo nel 2012. Dieci anni dopo, emerge con chiarezza che chi ha proseguito la propria formazione percepisce stipendi più alti: dai 400 ai 1300 franchi in più al mese rispetto a chi non l’ha fatto. Il vantaggio varia a seconda del percorso: circa 1000 franchi al mese per chi ha seguito una formazione professionale di base, 1100–1200 franchi per chi ha completato una formazione professionale superiore, 600–800 franchi per i titolari di un bachelor e 400–1000 franchi per chi ha conseguito un master universitario o pedagogico.

Il settore di formazione resta un fattore determinante: i redditi più elevati si registrano tra i diplomati in gestione e amministrazione (fino a 11 700 franchi al mese con un master), in contabilità e marketing (12 700 franchi per un diploma federale), o nell’ingegneria elettrica e meccanica (12 400 franchi per un dottorato). Anche nella formazione professionale di base, i settori tecnici guidano la classifica (7900 franchi al mese per un attestato federale di capacità nelle tecnologie dell’informazione e comunicazione).

Il divario di genere

Permane infine una disparità di reddito tra uomini e donne. A dieci anni dal conseguimento del titolo, le donne guadagnano in media il 20% in meno degli uomini, indipendentemente dal grado di occupazione. Le differenze vanno dal 16% tra chi ha una formazione professionale di base, al 19% tra i laureati universitari, fino al 33% per chi ha una formazione professionale superiore. Considerando solo i posti a tempo pieno, il divario si riduce ma resta marcato: dal 6% per le diplomate delle scuole universitarie al 12% per quelle con una formazione professionale superiore.

In sintesi, i dati dell’UST mostrano come la mobilità professionale, pur comportando sfide, rappresenti per molti diplomati svizzeri una leva per migliorare carriera, reddito e qualità della vita.

fonte: Ufficio federale di statistica

foto: @svizzeri.ch


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