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La 30a Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP30) si è conclusa il 22 novembre 2025 a Belém, in Brasile, lasciando un bilancio in chiaroscuro. I rappresentanti dei 194 Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi hanno discusso l’aggiornamento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni e le misure necessarie per accelerare la protezione del clima, con l’obiettivo condiviso di mantenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi.

Uno dei punti centrali dell’agenda era la definizione di un cronoprogramma globale per l’abbandono dei combustibili fossili. Nonostante trattative intense e spesso tese, un accordo non è stato possibile. La proposta è stata respinta in particolare da alcuni grandi Paesi produttori di petrolio, tra cui Arabia Saudita, Russia, Cina e India. La Svizzera, che aveva sostenuto attivamente l’introduzione di una tabella di marcia vincolante, ha espresso rammarico per il mancato progresso su questo fronte.

Il negoziato ha comunque prodotto risultati significativi in altre aree. I Paesi partecipanti hanno approvato due nuove misure mirate a rafforzare la cooperazione internazionale ed a rendere più rapida l’attuazione degli impegni climatici nazionali. Inoltre, è stato deciso di triplicare entro il 2035 il sostegno finanziario destinato ai Paesi in via di sviluppo per le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, un passo considerato cruciale per colmare lo squilibrio tra capacità economiche e vulnerabilità agli impatti del riscaldamento globale.

La presenza svizzera a Belém ha avuto anche una forte valenza diplomatica. Il consigliere federale Albert Rösti, giunto in Brasile per le fasi finali del negoziato, ha firmato nuovi accordi bilaterali sul clima con lo Zambia e la Mongolia. Questi partenariati permetteranno di realizzare progetti certificati di riduzione delle emissioni nei due Paesi, i cui risultati potranno essere conteggiati dalla Svizzera nel proprio bilancio climatico nazionale, nel quadro dei meccanismi previsti dall’Accordo di Parigi.

Pur priva dell’atteso slancio sull’abbandono di petrolio, carbone e gas, COP30 ha comunque segnato alcuni avanzamenti nella direzione di una cooperazione internazionale più efficace. Resta ora la sfida di tradurre gli impegni presi in azioni concrete, in un momento in cui la finestra temporale per mantenere gli obiettivi climatici si sta rapidamente restringendo.

fonte: Ufficio federale dell’ambiente