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Articolo di Giuseppe Rusconi, apparso sul Corriere del Ticino del 4 ottobre 2012.

Cent’anni fa a Roma fu costituita l’Associazione stampa estera in Italia. A solennizzare il giubileo una scoppiettante mostra presso l’Ara Pacis che rievoca a partire dal 1912 – mediante pagine, foto, video – la storia della Penisola in alcuni dei suoi momenti più importanti. Visti naturalmente con occhi stranieri.

Indovina indovinello. Chi ha titolato in questi giorni in copertina (riesumando un titolo del 1955) “Capitale corrotta, Nazione infetta?”. E chi ha fotografato l’odierno italico momento con “Immoralità e malaffare sono al centro come in periferia”? Due voci straniere? Diremmo di no: la copertina è dello storico settimanale L’Espresso, la ‘fotografia’ è addirittura del presidente dei vescovi italiani durante una recente prolusione.

La stampa straniera non è meno severa degli italiani stessi. Eppure dalle corrispondenze apparse anche in queste settimane emerge in genere una certa fiducia nel futuro. Merito della figura di Mario Monti: se qualcuno tra i colleghi non italiani lo considera soprattutto uno sceriffo di Nottingham (rimpiangendo che non si materializzi all’orizzonte il Robin Hood di dovere), la maggior parte lo valuta con benevolenza, non foss’altro perché ha occupato la poltrona di un personaggio (dalle caratteristiche opposte alle sue) che fin dagli inizi ha suscitato l’antipatia viscerale di molti: Silvio Berlusconi. Resta famosa a tale proposito la copertina di Newsweek del 21 novembre 2011, con l’ex-presidente del Consiglio (paragonato a un ‘vecchio ciarlatano’) in versione spettrale su un palcoscenico.

Non meraviglia. Non pochi giornalisti della stampa estera da anni seguono più da tifosi che da osservatori la politica del Belpaese, spesso giocando di sponda con le ‘corazzate’ dell’italica informazione. Giova qui rievocare la saggezza di Jacques Nobécourt, corrispondente di Le Monde negli Anni Settanta: “Guardatevi da coloro che della situazione italiana hanno capito tutto e te la spiegano in modo chiaro… Sono certamente mal informati…”.

Nella mostra c’è questo e c’è altro. Ad esempio la pagina con un’intervista a D’Annunzio a Fiume (La Nacion/Argentina), la prima del Figaro dell’11 giugno 1940 (“L’Italie déclare la guerre à la France et à la Grande Bretagne”), un articolo d’apertura di politica italiana della Nzz del 24 settembre 1974 (dicitura un po’ forzata degli organizzatori: “Il compromesso storico secondo gli svizzeri”). Nella galleria delle foto lo scatto memorabile del giubilo alimentare (mortadella e spumante) nell’aula di Montecitorio per la caduta del Governo Prodi (foto di Victor Solokowicz), quello di Berlusconi e Sarkozy che si ignorano dopo un vertice, dove il francese sbircia per vedere se l’altro lo guarda (Eric Vandeville): c’è anche Benigni (una foto-ritratto di Chris Warde-Jones che parla più di una biografia), non poteva mancare Er Pupone de Roma nostra Francesco Totti (Gerald Bruneau). Uno spazio è dedicato al Globo d’Oro, con cui la stampa estera premia registi e attori in genere al debutto, come Pietro Germi nella prima edizione del 1960 (per ‘Un maledetto imbroglio’) o Giovanna Mezzogiorno (per ‘Il viaggio della sposa’). Nel settore vaticano troviamo anche una pagina del brasiliano O Estado de S. Paulo sui 500 anni della Guardia svizzera. Nel ‘Conchiglione’ – il pannello del 1992 che fa da sfondo nelle conferenze-stampa tenute nella sede di via dell’Umiltà – tutte le testate, tra le quali spunta anche quella del Corriere del Ticino.