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Pagare le tasse non è qualcosa di piacevole per nessuno, anche se siamo sempre consapevoli, o dovremmo esserlo, che tra mille sprechi quelle tasse servono a pagare scuole (12%), università, polizia, tribunali, sanità pubblica (28%), previdenza e assistenza sociale (40%).
iva 22
E’ tutto: basta cercare.
Capitolo di spesa per capitolo di spesa, governo per governo

Nelle logiche della propaganda politica, si parla e cita sempre dei privilegio di qualcuno.

Non dico che siano spese legittime in sé e ci si aspetterebbe maggiore senso civico e di responsabilità, specie da parte dei cittadini più impegnati, ma, invece della gogna perché non spulciare davvero “le  carte” ,i “numeri” e, fatti alla mano, senza cedere all’imbonitore populista e  qualunquista di turno, mettere mano ai singoli conti e proporre concretamente questo o quel taglio mirato, preciso e consapevole?
Non servono leggi con maggioranze strane, ma solo qualche deputato che proponga emendamenti alla legge di  stabilità: emendamenti veri con motivazioni tecniche argomentate.

Ad esempio il caso IVA.

Una volta superato il muro del 21%, attuale 22%, la prossima soglia è al 24% nel senso che, sostanzialmente, è impercettibile la variazione della propensione marginale di spesa entro quella forbisce.

In pratica aumentare dell’1% di IVA significa aumentare di 10 euro ogni 1000 euro di spesa.

Se togliamo i generi alimentari, i libri e i beni di prima necessità e i farmaci prescritti (tutti entro il 4 e il 10% di iva e senza aumenti) di fatto parliamo di un aumento concentrato in tutti i beni “di fascia media o alta” che di certo non sono quelli acquistati dalle famiglie in difficoltà, e, comunque, l’aumento sarebbe minimo, soprattutto se ricordiamo che in contemporanea le tariffe di gas e energia sono diminuite per decreto di 1 e 3 punti percentuali.

Di che parliamo quindi?

Certo, chi oggi può permettersi un televisore al plasma di 2000 euro lo pagherebbe ben 20 euro in più!

E questo il tema delle preoccupazioni degli italiani? Sarebbe per evitare questo aumento che si devono tagliare servizi pubblici, sanità o scuola? Davvero è questa la preoccupazione delle centinaia di migliaia di famiglie italiane che hanno difficoltà a mangiare in modo completo a pranzo ed a cena?

Il vero tema è che si sta per mettere mano a spese strutturali del nostro sistema.

In ballo in questi mesi ci sono  la riforma dello Stato con l’eliminazione e l’accorpamento delle province (parliamo di minore spesa per circa 30miliardi e una enormità di ruoli e incarichi politici in meno) – cosa che se non si fa entro breve, vedrà tra un anno una nuova tornata amministrativa e per cinque anni non potrà cambiare nulla  nuovamente!

Si sta per mettere mano alla struttura della spesa pubblica, con tagli di oltre 12 miliardi l’anno. E tanti che vivono solo di questo.

In  ballo c’è la modifica della legge elettorale, che mette a rischio tante posizioni politiche che si reggono su accordi di palazzo, di nomine dirette per  scelta diretta dei leader di partito (siano essi Berlusconi o Grillo o chi altri del PD) restituendo, forse, un minimo di scelta ai cittadini.

Non servono misure strane in tv, né proclami, ognuno dei quali ha altri effetti che gli economisti della domenica ignorano, ma serve semplicemente essere competenti, leggere le carte, e proporre emendamenti (ad esempio in commissione bilancio) per migliorare i conti.

Ecco cosa dovrebbero fare i cittadini: andare a vedere cosa fanno i propri parlamentari, cosa  propongono concretamente e se quelle misure sono fattibili e concrete,  non fumo per adescare la pancia di un popolo ormai affamato.

Non usare apriscatole, ma interessarsi alla politica vera del proprio territorio, senza apprendisti stregoni che rispondono solo ai propri segretari politici od a ex buffoni di corte.

Prof. Fabrizio Traversi
Presidente APIEUROMED