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Un racconto semplice ma pieno di significato é quello che lo Studio Cataldi ha pubblicato recentemente. E’ un racconto con una chiave di lettura molto attuale secondo i canoni della crisi economica e del buon funzionamento della società.
naufragio
Il racconto di Giuseppe Maisano, l’isola giusta é piaciuto anche a noi e così ne proponiamo l’inizio.

Anno 1782. Un veliero della flotta del re viaggia su una rotta mercantile sicura e l’orgoglioso capitano guarda spavaldo le nuvole all’orizzonte. “Non sarà una banale tempesta a fermare la Regina dei Mari” pensa il capitano, ignaro di quello che l’aspetta.
La tempesta, tutt’altro che banale, si abbatte sulla grande nave con la potenza di venti roboanti, sollevando le onde del mare e facendo beccheggiare il veliero. Come un pesce buttato sulla spiaggia, la Regina dei Mari salta e si contorce in balia della forza della Natura finchè le assi, provate da questa immensa forza, si spezzano.
Dopo un’interminabile ora di supplizio, il cielo si terge lasciando il posto ad un tenue sole che rischiara i resti della triste Regina. Qualche barile, una polena e poco altro galleggia a prova del passaggio dell’uomo. Ma tra i resti, una scialuppa porta con sé i pochi fortunati scampati alla tortura dei venti.
Cinque uomini, sfiniti e fradici, rimangono silenziosi a guardare la distesa infinita d’acqua che li circonda.
Fortunatamente la speranza arriva presto a rischiarare i loro cuori, quando uno di loro grida “Terra! Terra!” e cerca di remare con quel che trova intorno a sé.
La terra però non è clemente, come non lo è stato il mare, e si rivela un’isola piccola e deserta.
Tra lo sconforto generale, emerge chi è abituato a comandare ed affrontare le difficoltà: tra loro infatti vi è un funzionario del re, capace e risoluto.
“Signori, vi conosco poco, ma so quel che basta per cercare di tirare il meglio da voi e sopravvivere a questa situazione. Lei, ad esempio, “disse indicando un uomo giovane e dal fisico possente “è un avventuriero e un cacciatore: riuscirà sicuramente a procurarci della carne da mangiare ed a catturare qualche animale da allevare.”
“Lei invece è un esperto di piante e coltivazioni, quindi ci possiamo affidare a lei per raccogliere e coltivare i frutti di quest’isola.”
Uno di loro, un bizzarro ometto baffuto, esclama: “Io sono un medico, penserò a curare la nostra salute e l’alimentazione.”
“Io invece sono bravo a forgiare e riparare attrezzi, chiedete a me quel che vi serve per il vostro lavoro” aggiunge un uomo forzuto e la pelle brunita dal sole.
“Molto bene” esclama il funzionario del re, “io continuerò allora la mia mansione: terrò sotto controllo l’andamento delle vostre funzioni, cercherò di mantenere un equilibrio tra la produzione e il consumo, e mi occuperò di tenere da parte una scorta per le emergenze.”

per leggere il seguito, la storia completa: L’isola giusta – Un racconto di Giuseppe Maisano.