Commento di Giuseppe Rusconi apparso sul Corriere del Ticino di sabato 25 gennaio 2014.
Permangono forti divergenze, difficilmente ricomponibili, in materia di vita e famiglia. Si conferma una generale sintonia di vedute nell’ambito della politica estera. In sintesi è quanto emerge dall’incontro di ieri in Vaticano tra papa Francesco e il presidente francese Hollande. Le divergenze traspaiono anche nel comunicato vaticano e nella dichiarazione resa da Hollande dopo l’incontro: in quest’ultima si pone l’accento quasi solo sulle questioni internazionali, nel primo invece i temi di politica interna riguardanti i «valori non negoziabili» sono in evidenza e si dice che sono stati «esaminati argomenti d’attualità come famiglia, bioetica, rispetto delle comunità religiose e tutela dei luoghi di culto».
Per la prima volta Hollande ha posto piede in Vaticano, una visita cui il presidente francese annetteva grande importanza dati i duri e prolungati scontri in patria con la maggioranza dei cattolici (e, secondo anche l’ultimo sondaggio di «Le Parisien», dei francesi) in materia di riconoscimento dei «matrimoni gay». La speranza di Hollande era che l’incontro con un Papa ritenuto «progressista » potesse giovargli sul piano della popolarità. Per questo la delegazione comprendeva– oltre al ministro dell’Interno e dei culti Manuel Valls – un religioso francese che era stato rapito in Camerun, la direttrice del quotidiano cattolico «La Croix», un esponente della rivista «Témoignage chrétien» e il presidente della Caritas francese.
Tuttavia le divergenze gravi in materia antropologica restano tutte e prevedibilmente la visita non porterà a un miglioramento delle relazioni tra l’Eliseo e il mondo cattolico.
L’incontro di Hollande con Francesco è durato 35 minuti (e con il Segretario di Stato Parolin 45 minuti), a riprova del fatto che si è andati molto al di là delle questioni di politica estera, riguardanti soprattutto la pace in Medio Oriente e la tutela dei cristiani in Siria, in Iraq ed anche in un Libano che potrebbe esplodere (non a caso Hollande ha voluto citare il Paese dei Cedri tra quelli dei cristiani in pericolo).
Sempre in politica estera si è discusso della situazione siriana (lì Hollande resta molto duro nei confronti di Assad e ha esortato il Vaticano a incontrare i ribelli) e di quella in Stati come la Repubblicana Centrafricana. Si è parlato di Lampedusa e di migrazioni, oltre che di protezione dell’ambiente, di «grande importanza » per Hollande (il Papa, ha detto, sta lavorando a un testo per la prossima Conferenza mondiale sul clima). L’incontro è però iniziato in un clima assai teso, con un Papa insolitamente serio, a causa dei problemi antropologici sul tappeto. È infatti molto difficile una sintonia tra chi, come Francesco, ha rilevato anche recentemente che «desta orrore il solo pensiero che vi siano bambini vittime dell’aborto» e chi, come il Governo francese, definisce l’aborto «un diritto» (nuova legge sulle «pari opportunità»). Così per la questione dei «matrimoni gay» e per quella dell’«utero in affitto»; nel comunicato vaticano si ricorda poi non a caso la necessità di rispettare le comunità religiose e i luoghi di culto, derise le prime e profanati i secondi con sempre maggiore intensità, come hanno voluto evidenziare mercoledì in una «supplica» trasmessa al Papa oltre 120 mila giovani cattolici francesi. Nella notte un ordigno rudimentale era esploso non lontano dalla chiesa di sant’Ivo dei Bretoni e ieri in mattinata c’è stato un falso allarme bomba in piazza san Pietro: fin qui nessuna rivendicazione.