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“Il medico delle mummie. Vita e avventure di Augustus Bozzi Granville” di Giorgio Cosmacini e Paola Cosmacini
mummie
Stavo studiando la storia delle grandi pestilenze dell’antichità quando mi sono ritrovata con la mente ai bordi della palude che costeggia il delta del Nilo, tra acquitrini e zanzare, tra fiori di loto e canne di papiro. Nell’antico Egitto si moriva di malaria. Un esempio pareva essere stata Irty er senu, quella donna di mezza età la cui mummia fu esaminata nella Londra del XIX secolo. Pareva. Perchè poi, dai resti della mummia che ancora oggi sono al British Museum, si scoprì che Irty morì di tubercolosi. Anche di TBC si moriva in Antico Egitto, eccome!
E dallo studio delle pestilenze alla storia del medico che per primo ebbe la curiosità di studiare proprio la mummia di Irty il passo fu breve, anche perchè Augustus Bozzi Granville – questo il nome del medico – era nato a Milano, la mia città natale. Egli aveva girato il mondo, era stato ad Atene, a Istanbul, a Madrid, e anche in Svizzera, addirittura ospite al castello di Coppet, fuori Ginevra, da Madame de Staël. Bozzi Granville svelò i misteri della mummia (la chiamava my own mummy) e nel 1825 alla Royal Society, illuminando la sala di candele fatte con il grasso prelevato dalla mummia (sic!), tenne una vera e propria lezione di medicina. Era nata una nuova disciplina scientifica: la paleopatologia.
Pertanto, raccontare la storia di questo medico, insieme a mio padre, anch’egli medico, poteva avere molti significati, alcuni scontati, altri un po’ più reconditi…
Pubblicato il libro, sono tornata allo studio della medicina dell’antico Egitto, una medicina sorprendentemente attuale, antenata della medicina ippocratica e proveniente da una terra dove una volta brillava – come disse Napoleone in Egitto – la luce della Ragione.
Paola Cosmacini