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Con un’integrazione dell’articolo 15 della legge sulle lingue, il Consiglio federale vuole rafforzare la posizione delle lingue nazionali nella scuola e sottopone a discussione tre possibili varianti per armonizzare l’insegnamento delle lingue nella scuola dell’obbligo, nel caso in cui i Cantoni non attuassero la strategia linguistica. La consultazione durerà fino al 14 ottobre 2016:
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– La variante 1 riprende il testo dell’iniziativa parlamentare depositata dalla Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (14.459): è circoscritta alla scuola elementare e stabilisce che l’insegnamento della seconda lingua nazionale deve
iniziare al più tardi nella quinta classe (che corrisponde al 7º anno scolastico secondo il concordato HarmoS).

– La variante 2 recepisce a livello di legge la soluzione del concordato HarmoS: stabilisce che la prima lingua straniera deve essere insegnata al più tardi a partire dalla terza classe e la seconda a partire dalla quinta. Una delle due lingue straniere deve essere una seconda lingua nazionale, l’altra l’inglese.

– La variante 3 garantisce sul piano formale la posizione della seconda lingua nazionale: stabilisce che l’insegnamento della seconda lingua nazionale deve iniziare nella scuola elementare e proseguire fino al termine del livello secondario I.

L’obiettivo è definire la posizione delle lingue nazionali nell’insegnamento. La revisione terrà conto anche delle competenze cantonali in ambito scolastico e delle differenze linguistico-regionali.

In alcuni Cantoni è messo in discussione – a partire dall’anno scolastico 2017/18 – l’insegnamento di una seconda lingua nazionale nella scuola elementare, strategia linguistica concordata nel 2004.

Il plurilinguismo è un tratto distintivo essenziale del nostro Paese. La Costituzione federale ne tiene debitamente conto, conferendo alla Confederazione e ai Cantoni un ampio mandato di politica linguistica: è un compito comune di Confederazione e Cantoni tutelare e promuovere le lingue nazionali e rafforzare la comprensione fra le diverse comunità linguistiche del Paese. Affinché la qualità e la permeabilità dello spazio formativo svizzero siano garantite, le disposizioni costituzionali introdotto nel 2006 obbligano i Cantoni ad armonizzare il settore scolastico. Se i Cantoni non riescono ad accordarsi, la Confederazione ha la competenza sussidiaria di intervenire.

Con la strategia linguistica del 2004, i Cantoni hanno adottato una soluzione per armonizzare l’insegnamento delle lingue straniere confluita in seguito nel concordato HarmoS. La soluzione è vincolante per tutti i Cantoni che hanno aderito al concordato, ma ha effetti indiretti anche per gli altri Cantoni. In alcuni Cantoni non è stata attuata o lo è stata soltanto in parte. In altri sono in corso tentativi per revocare la soluzione di armonizzazione adottata. Questo svantaggerebbe la seconda lingua nazionale e costituirebbe una minaccia per la comprensione fra le comunità linguistiche. Secondo il Consiglio federale, per ragioni di politica istituzionale ed educativa, sono necessarie prescrizioni armonizzate sull’insegnamento delle lingue nazionali nel caso in cui i Cantoni non dovessero riuscire ad accordarsi.