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Niger, nel Nord- Ovest del paese circa 60.000 profughi maliani vivono, ricevendo aiuti alimentari d’emergenza, in quattro campi profughi: sono fuggiti a causa dello scoppio di violenti conflitti armati nel loro Paese.

L’assistenza ai profughi è fornita dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) e dal Programma alimentare mondiale (PAM), con il sostegno di vari partner tra cui la Svizzera e da questo autunno il programma si trasformerà in un progetto di assistenza mirata.

Caroline Nanzer, membro del corpo svizzero di aiuto umanitario, segue questo processo.

Nel campo di Mangaize che si trova a nord di Niamey, la capitale del Niger, Pam e ACNUR distribuiscono dal 2014, buoni alimentari ai profughi e assistenza a bambini e donne incinte o che allattano; poiché il programma ha un costo elevato e le risorse assegnate al campo sono diminuite, nel 2016, l’ACNUR ha introdotto a Mangaize un sostegno familiare teso allo sviluppo di attività economiche generatrici di reddito affinché le famiglie diventino finanziariamente autonome.

I profughi sono stati coinvolti in ogni tappa del processo di trasformazione ma, come accade in ogni periodo di transizione la resistenza è forte e l’accettazione del nuovo modello non è scontata.

Il ruolo di Caroline e dei suoi colleghi consiste, in collaborazione con il Governo, nel discutere con le comunità che si sono create nei campi profughi, tranquillizzarle e guidare il cambiamento garantendo loro che continueranno a beneficiare della protezione internazionale e degli altri servizi di cui già godevano ma che potranno fare a meno degli aiuti d’emergenza, grazie all’autonomia economica raggiunta, coltivando così la speranza concreta di tornare alla propria indipendenza e ad una vita normale essendo, di nuovo, in grado di mantenere la propria famiglia.