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Il 10 ottobre è entrato in vigore il decreto che fa tornare in vita il “vuoto a rendere”.

La pratica, scomparsa ormai da molto tempo ma molto diffusa in Italia fino agli ‘80, è tornata d’attualità grazie al decreto n.142 del Ministero dell’ambiente pubblicato in Gazzetta Ufficiale a luglio, che introduce “la sperimentazione di un sistema di restituzione di specifiche tipologie di imballaggi destinati all’uso alimentare”.

Il decreto nasce “al fine di prevenire la produzione di rifiuti di imballaggio e di favorire il riutilizzo degli imballaggi usati” per questo “è introdotto in via sperimentale e su base volontaria del singolo esercente, il sistema di vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi contenenti birra o acqua minerale serviti al pubblico da alberghi e residenze di villeggiatura, ristoranti , bar e altri punti di consumo.”

Il provvedimento prevede la restituzione delle sole bottiglie di birra ed acqua minerale “servite al pubblico” di volume compreso tra 0,2 e 1,5 litri. Il valore unitario della cauzione è proporzionale all’imballaggio ed è compreso tra 0,05 e 0.3 euro; scopo del provvedimento è la sensibilizzazione dei consumatori sull’importanza del riciclo e del riutilizzo dei rifiuti da imballaggi monouso le bottiglie di vetro, ad esempio, potranno essere riutilizzate più di 10 volte prima di essere riciclate.

Gli esercenti che aderiscono alla sperimentazione di un anno, esporranno un simbolo all’ingresso dell’esercizio commerciale. Le modalità per il ritiro degli imballaggi vuoti saranno concordate tra esercenti, produttori e distributori.

Ovviamente la sperimentazione deve essere fatta senza alcun aggravio per il consumatore; il prezzo di acquisto dovrà rimanere “invariato in tutte le fasi della filiera”.

Photo: Pixabay