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In occasione della conferenza «Putting People First» la Svizzera e altri 21 Stati dell’OCSE evidenziano che tra le persone in difficoltà e le persone che prestano aiuto a livello internazionale possono instaurarsi rapporti di forza che portano all’aumento del rischio di abusi sessuali e di comportamenti indebiti e sottolineano che questi abusi non devono essere tollerati e devono essere combattuti in modo sistematico anche nel mondo della cooperazione internazionale.

Gli abusi sessuali e i comportamenti indebiti sono un problema globale in relazione diretta con uno squilibrio di potere e con la discriminazione, soprattutto di ragazze e donne, ma anche di altri gruppi vulnerabili.

In situazioni in cui tale squilibrio di potere è particolarmente alto – ad esempio in contesti di sviluppo, crisi e situazioni d’emergenza – il rischio aumenta in modo esponenziale: spesso mancano regole efficaci di Stato di diritto che permettano di trattare in modo dignitoso i beneficiari e i gruppi target dell’aiuto internazionale e di proteggerne i diritti. «Abbiamo bisogno di norme vincolanti e attuabili, codici di comportamento, strutture e meccanismi per affrontare, svelare e perseguire a livello giuridico lo sfruttamento e gli abusi sessuali», ha dichiarato Manuel Bessler, delegato per l’aiuto umanitario e capo della delegazione svizzera alla conferenza «Putting People First», a Londra.

Insieme ad altri 21 Stati membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha chiesto inoltre «un impegno forte e chiaro, a tutti i livelli, per una tolleranza zero e per un’imposizione e attuazione degli standard e dei codici, al fine di combattere e ostacolare l’orribile fenomeno dello sfruttamento e degli abusi sessuali.»

Nella dichiarazione congiunta i 22 Stati OCSE, che insieme rappresentano circa il 90 per cento dei fondi della cooperazione internazionale, definiscono vari orientamenti e circa 20 misure che riguardano, oltre agli standard condivisi e alla tolleranza zero verso ogni genere di abuso, anche la migliore protezione delle vittime e di chi denuncia (whistleblower), il risoluto deferimento alla giustizia dei colpevoli e l’intensificazione della prevenzione e della formazione.

Gli Stati sono inoltre d’accordo sul fatto che sia necessario un cambiamento culturale per instaurare fiducia, promuovere la parità di genere e creare condizioni che impediscano gli abusi di potere e permettano alle vittime di essere ascoltate. Si tratta di dare potere alle donne e ai gruppi marginalizzati.

Photo: Pixabay.com


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