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Tra il quarto trimestre 2017 e il quarto trimestre 2018 il numero dei frontalieri stranieri attivi in Svizzera, si contavano alla fine del 2018 in totale 314 000 frontalieri di nazionalità straniera, è diminuito di 2000 persone (–0,6%). Il calo maggiore si registra nelle provenienze dall’Italia mentre aumentano i pendolari dalla Francia.

L’andamento del numero di frontalieri non è stato uguale in tutte le Grandi Regioni. Tra i quarti trimestri 2017 e 2018 è diminuito in Ticino e nella Svizzera nordoccidentale (rispettivamente di –5,3% e –2,9%), mentre è aumentato nella Regione del Lemano e nell’Espace Mittelland.

Nello stesso periodo il numero di persone provenienti dalla Francia è aumentato (1,3%) mentre dall’Italia (–4,1% ) e dalla Germania (–2,4%) sono giunti meno frontalieri.
Il numero di frontalieri è in calo in tutte le fasce di età, ad eccezione di quella di età compresa tra i 55 e i 64 anni che, invece, in aumento. La flessione è netta tra i 15–24enni (–4,0%) e gli over 64 (–23,5%).

Alla fine del 2018, poco più della metà di tutti i frontalieri era domiciliata in Francia, mentre il 22,4% e il 19,2% rispettivamente in Italia e in Germania. Una piccola quota di frontalieri risiedeva invece in Austria e nel Liechtenstein. Bassa anche la quota di persone provenienti da Paesi non confinanti (0,6%), delle quali la maggior parte proveniva da Polonia, Ungheria, Slovacchia, Regno Unito e Belgio.

Alla fine del 2018, circa quattro quinti di tutti i frontalieri si concentravano in tre Grandi Regioni: oltre un terzo lavorava nella regione del Lemano, un quarto nella Svizzera nordoccidentale e un quinto in Ticino.

Alla fine del 2018 la maggior parte dei frontalieri lavorava nel settore dei servizi, molti nel secondario e solo lo 0,6% settore primario. I rami economici «Attività manifatturiere» e «commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli» raggruppavano, insieme, quasi il 40% di tutti i frontalieri. (Fonte: Admin.ch)

Photo: Pixabay.com