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Nella sua seduta del 7 giugno 2019, il Consiglio federale ha deciso di stanziare un contributo di 125 milioni di franchi in favore dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) per il periodo 2019-2022. Il partenariato con l’ACNUR rappresenta per la Svizzera un pilastro fondamentale dell’attuazione del legame strategico tra la cooperazione internazionale e i suoi interessi migratori.

Attualmente nel mondo 68,5 milioni di persone sono sfollati forzati, e di questi 25,4 milioni sono rifugiati. L’85 per cento dei rifugiati è accolto in Paesi in via di sviluppo vicini ai loro Paesi d’origine. Nonostante gli sforzi spesso notevoli di questi Stati, i rifugiati si ritrovano spesso senza mezzi di sussistenza e sono privati dell’accesso ai servizi di base come, ad esempio, l’accesso alla scuola primaria dei bambini rifugiati.

Il sostegno della Svizzera all’ACNUR corrisponde alle priorità dell’Aiuto umanitario della Confederazione. La Svizzera sostiene l’impegno dell’ACNUR sia con stanziamenti che con personale in missione come i 31 membri del Corpo svizzero di aiuto umanitario sono in missione per l’ACNUR nei settori della protezione delle popolazioni e dell’acqua.

Un sostegno pluriennale permette all’ACNUR di rispondere rapidamente a un massiccio sfollamento di persone come quello che nel 2017 ha interessato il Bangladesh o del conflitto in Siria dove l’ACNUR svolge un ruolo chiave come agenzia operativa principale per la protezione di queste persone e come difensore dei principi umanitari presso i governi interessati.
Si ricorda che l’’ACNUR, la più grande organizzazione delle Nazioni Unite con sede a Ginevra, è l’organizzazione internazionale abilitata dall’Assemblea generale dell’ONU a proteggere e sostenere i rifugiati, ad esclusione di quelli palestinesi, e gli apolidi.

L’ACNUR ha inoltre coordinato l’istituzione del Patto globale sui rifugiati che è stato adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2018 ed è stato approvato dal Consiglio federale alla fine del 2018. (Fonte: admin.ch)

Photo: Pixabay.com