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Inaugurata a Zurigo il 17 luglio, al Museo nazionale svizzero, la mostra “Heidi in Giappone”, una bambina originaria delle montagne svizzere che ha conquistato fama mondiale.

Hiedi nasce dalla penna di Johanna Spyri alla fine del XIX secolo; già allora l’opera in due volumi diventa un best seller internazionale ma è grazie ad una serie animata giapponese, che sigla il punto di partenza per la fiorente industria delle “anime” di oggi, che la sua popolarità cresce e conquista fama mondiale.

La serie d’animazione giapponese «Heidi, la ragazza delle Alpi», è stata pubblicata nel 1974 ed è stata tradotta in 20 lingue.

Grazie al successo del libro, “Heidi” non è solo un personaggio letterario, ma diventa ben presto anche il volto della campagna per promuovere il turismo in Svizzera. La sapiente rappresentazione della comunità rurale e dell’idilliaco ambiente montano risveglia il desiderio di natura e tranquillità attirando così numerosi viaggiatori. Ed è proprio in Giappone che Heidi ottiene un enorme successo di pubblico. Al termine della Seconda guerra mondiale, la popolazione inizia a mostrare un certo interesse verso il mondo alpino idealizzato che, nel 1974, si accentua grazie alla serie animata «Heidi, la ragazza delle Alpi». L’anime – come vengono chiamati i cartoni animati in Giappone – si contrappone all’economia giapponese in forte crescita ed al suo aspetto industrializzato. La serie costituita da 52 episodi è stata ideata da quattro ragazzi, due dei quali – Hayao Miyazaki e Isao Takahata – hanno fondano in seguito il famoso Studio Ghibli”.

“Heidi in Giappone” si concentra sulla commistione di due culture e sulla genesi della serie di cartoni animati giapponese che ha avuto un ruolo chiave nella diffusione del genere anime di successo. La mostra è il frutto della collaborazione con l’Università di Zurigo ed un team di esperti giapponesi guidato dai professori Aki Nishioka e Takashi Kawashima e sarà visitabile fino al 31 ottobre 2019. Fonte: nationalmuseum.ch

 

Photo: Pixabay.com