La Commissione federale per le questioni femminili CFQF, passato il picco della pandemia, ha sottoposto le restrizioni e le misure di aiuto della Confederazione ad un’analisi di genere per tracciare un bilancio dalla prospettiva di genere e ha formulato raccomandazioni.
La crisi portata dalla pandemia non ha colpito donne e uomini allo stesso modo. Da un giorno all’altro, settori professionali con un’elevata quota femminile, tra cui quello delle cure o dell’accudimento dei bambini, sono stati riconosciuti come essenziali. La chiusura delle scuole e l’obbligo del telelavoro hanno messo alla prova l’organizzazione delle famiglie. La CFQF ha incaricato il Büro BASS di effettuare un’analisi dell’impatto di genere per stabilire quali effetti hanno avuto le misure di protezione e gli aiuti della Confederazione sulla vita professionale e familiare, come ha inciso la pandemia sull’occupazione, sul reddito e sulla ripartizione delle mansioni familiari, e se donne e uomini hanno usufruito in ugual misura degli aiuti della Confederazione. Lo studio “Effetti di genere delle misure statali per combattere il COVID-19” da una risposta a tutti questi interrogativi.
L’analisi si è concentrata dapprima sull’impatto delle misure restrittive come la chiusura degli asili nido e delle scuole o l’obbligo del telelavoro sugli uomini e sulle donne. Come altrove anche in Svizzera queste misure hanno rafforzato la ripartizione di genere del lavoro: le donne si sono fatte maggiormente carico dell’accudimento dei bambini e hanno ridotto la loro attività professionale e l’obbligo del telelavoro ha acuito i conflitti legati alla conciliabilità.
In Svizzera, grazie agli aiuti finanziari, è stato possibile mantenere molti posti di lavoro. Tuttavia, in alcuni settori l’occupazione è sensibilmente diminuita. Tra quelli più colpiti vi è il settore alberghiero e della ristorazione.
La maggiore contrazione del volume di lavoro è stato rilevato tra le donne con gradi di occupazione inferiori al metà tempo. Nelle fasce di reddito più basse la situazione è peggiorata, la crisi del COVID-19 ha creato precarietà innanzitutto tra i dipendenti completamente esclusi dagli aiuti, in particolare tra il personale domestico costituito per quasi il 90% da donne, spesso con un reddito molto basso e uno status di soggiorno incerto. Seb¬bene durante la pandemia facessero parte dei gruppi particolarmente vulnerabili, queste donne non hanno ottenuto alcun aiuto e sono state indirizzate all’assicurazione contro la disoccupazione.
Nella gestione della pandemia si è persa l’occasione di rilevare dati di genere a partire dall’inizio. Se le misure prese hanno acuito le disuguaglianze di genere ciò è in gran parte dovuto al fatto che sono state adottate in un contesto di squilibri già esistenti. Le raccomandazioni della CFQF si basano sulla convinzione che più una società è egualitaria, più è resiliente anche alle crisi.
Da questo studio è possibile ricavare delle rapide conclusioni e raccomandazioni. E’ necessario: potenziare e finanziare le strutture per la custodia dei figli complementare alla famiglia e parascolastica e mantenerle operative durante le crisi; definire condizioni quadro per il telelavoro e ripartire il lavoro di cura in modo egualitario; rafforzare l’integrazione delle donne nel mercato del lavoro e introdurre il diritto dei genitori di ridurre il grado di occupazione alla nascita di un figlio e di riportarlo al livello originario in un secondo momento.
Per evitare che vengano colpiti in particolare i dipendenti a basso salario è importante sostenere una evoluzione del reddito promuovendo la riqualificazione delle donne, valorizzando il lavoro a basso salario e garantendo una migliore protezione salariale in caso di crisi. Bisogna inoltre tenere conto delle esigenze delle piccole imprese nei settori tipicamente femminili e offrire un aiuto specifico al personale domestico anch’esso settore di impiego tipicamente femminile.
Per poter intervenire in modo efficace è necessario raccogliere e valutare dati specifici di genere, progettare le misure di intervento in caso di crisi nel rispetto del genere e rafforzare la resilienza dell’economia e della società con più uguaglianza.
fonte: Commissioni del DFI
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