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Volentieri pubblichiamo dal sito del CICR la notizia evidenziata da Caffé Dunant nr. 618 del 24 dicembre 2022, “Counting the death”: un rapporto del CICR sui migranti morti ai confini meridionali dell’Europa
Rapporto CICR del 15/12/2022 – traduzione non ufficiale di Maria Grazia Baccolo

Tra il 2014 e il 2019, più di 20.000 persone sono scomparse sulle rotte migratorie verso l’Europa. Un rapporto del CICR intitolato “Contare i morti” rivela che solo il 13% dei corpi sono stati trovati e sepolti ai confini meridionali del continente durante questo periodo. Pochi di loro potevano essere identificati. Il rapporto formula raccomandazioni agli Stati e ad altre organizzazioni per migliorare l’identificazione dei migranti deceduti e l’informazione per le famiglie delle vittime
Il rapporto “Counting the Dead”, prodotto dalla delegazione regionale del CICR a Parigi, aggiorna il database dell’Università Vrije di Amsterdam, che ha contato i migranti morti ai confini meridionali dell’Europa nel periodo 1990-2013. Da allora questi numeri non hanno fatto che crescere
Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), più di 20.000 persone sono scomparse sulla rotta verso l’Europa tra il 2014 e il 2019. Nello stesso periodo, 2.609 corpi sono stati sepolti in Spagna, in Italia e in Grecia, secondo i conteggi del CICR in quei paesi
Quest’ultimo dato, che rappresenta il 13% dei dispersi, chiede che lo stesso esercizio di conteggio sia continuato ed esteso alle coste turche e nordafricane, nonché all’interno del continente europeo.
Molti dei corpi sepolti sulla scena non sono stati identificati. Questa mancanza di certezza sul destino dei parenti scomparsi cala le famiglie in un’angoscia senza fine

Corpi sepolti senza identificazione
Grecia: 33 per cento
Spagna: 50 per cento
Italia: 73 per cento

Elaborazione del lutto impossibile per innumerevoli famiglie
Queste cifre rivelano la portata di questa tragedia umanitaria. Dietro ogni persona scomparsa, ogni corpo sepolto in una tomba senza nome, c’è una famiglia che sopporta una sofferenza specifica, che gli psicologi chiamano “perdita ambigua”. Finché non viene fornita la prova di ciò che è accaduto a una persona cara, il lutto è impossibile. Al di là di questa sofferenza, le famiglie si trovano spesso ad affrontare problemi socio-economici e amministrativi legati alla scomparsa del proprio caro: aumento della precarietà, impossibilità di accedere alle pensioni, di essere riconosciuti come vedovi o di ereditare proprietà
Per più di 150 anni, il Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha sostenuto le famiglie nella loro ricerca attraverso il servizio di Ristabilire i legami familiari (Restoring Family Links). È in questo spirito che il rapporto “Counting the Dead” formula raccomandazioni agli Stati e alle organizzazioni competenti per migliorare i processi relativi all’identificazione dei migranti deceduti e alla trasmissione di informazioni alle famiglie delle vittime.

Come migliorare l’identificazione dei migranti deceduti?
Un capitolo del rapporto analizza i sistemi forensi in Spagna, Grecia e Italia e suggerisce modi per migliorare. Queste raccomandazioni vanno oltre gli Stati e sono rivolte a molti attori che si trovano in prima linea, come le organizzazioni che salvano i migranti in mare.
Il rapporto sottolinea l’importanza di formare tutti gli attori coinvolti, compresi quelli che recuperano i corpi, per raccogliere le informazioni necessarie per qualsiasi identificazione: DNA, effetti personali trovati sul defunto, fotografie, geolocalizzazione del corpo recuperato. Tutti questi dati possono essere utilizzati per dare un nome a un corpo. Tuttavia, questi dati devono essere raccolti e devono essere raccolti in modo armonizzato.
Tuttavia, nessun paese ha attualmente linee guida disponibili per attori statali o non statali. L’armonizzazione e la standardizzazione sono pertanto necessarie per migliorare l’attuale tasso di identificazione.

Sviluppare nuovi metodi relativi alle specificità della migrazione
Gli esperti del CICR chiedono anche metodi adeguati alle specificità della migrazione verso l’Europa. Per quanto mutevoli, le rotte migratorie sono strutturate, con punti specifici di partenza e di arrivo. Ad esempio, le persone che lasciano la costa atlantica africana sono destinate alle Isole Canarie, non alla Grecia (vedi mappa sotto). La ricerca di persone scomparse deve rientrare in una dimensione transregionale, ma legata alla rotta specifica intrapresa, o anche a un evento particolare (un naufragio per esempio).
Inoltre, alcuni corpi purtroppo non saranno mai recuperati. Ma come dare una risposta a queste famiglie in assenza di corpi? Un modo sarebbe quello di poter confermare alle famiglie dove si trovava il loro caro prima della sua scomparsa, sulla base di testimonianze che confermino che si è imbarcato su una tale barca, in questa o quella data. Questa è certamente un’informazione parziale, ma consentirebbe alle famiglie di andare avanti e piangere. Il rapporto sottolinea anche la necessità di interviste sistematiche con i sopravvissuti al naufragio per identificare le vittime, come le persone scomparse.

Ancora una volta, la raccolta e la condivisione di informazioni è fondamentale. Tuttavia, queste informazioni sono ora disperse tra molti attori: Stati, membri del Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, organizzazioni di soccorso in mare, migranti e famiglie degli scomparsi, nonché reti di attivisti.
Al fine di risolvere i casi di scomparsa, la condivisione di informazioni per scopi strettamente umanitari è vitale. Il CICR potrebbe fungere da intermediario neutrale tra questi diversi attori
La responsabilità degli Stati di fronte a una tragedia in corso
Le raccomandazioni formulate dal CICR nel rapporto Counting the Dead sono tanto più importanti in quanto le sparizioni alle frontiere europee continuano. Non passa settimana senza un naufragio nel Mar Mediterraneo o sulla rotta atlantica verso le Isole Canarie. Le famiglie dei migranti scomparsi rimangono nell’angoscia, in attesa di notizie
Attraverso la sua rete globale, il CICR e le Società nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa aiutano le famiglie a cercare i loro parenti scomparsi. Ma la responsabilità primaria di identificare i morti e fornire risposte alle famiglie spetta agli Stati. Nella sua relazione, molte raccomandazioni sono rivolte a questi ultimi, in particolare per quanto riguarda il miglioramento del loro sistema forense. L’Unione europea è invitata a istituire un gruppo di lavoro sui migranti scomparsi e deceduti per facilitare lo scambio di buone pratiche e una migliore collaborazione tra gli Stati membri.

Fonte originale in lingua francese seguendo il link: https://www.icrc.org/fr/document/counting-the-dead-rapport-cicr-migrants-decedes-frontieres-sud-europe