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Si sono concluse le riprese del documentario DA MAUTHAUSEN A CREMENAGA con lo scrittore ticinese Fabio Andina, protagonista e autore della sceneggiatura, per la regia di Villi Hermann, Imagofilm Lugano.

Dopo 900 km e 45 giorni di cammino con partenza il 5 maggio 2025 dal campo di concentramento KZ di Mauthausen, Fabio Andina è arrivato a Cremenaga il 18 giugno 2025, accolto da una piazza gremita e dalle autorità cittadine locali.

Fabio Andina ha ripercorso, a distanza di 80 anni, il viaggio di ritorno di suo nonno materno Giuseppe Vaglio, prigioniero politico, dal portone del lager di Mauthausen (Austria) alla porta di casa sua, nel paese di Cremenaga (Varese).
Tra incontri spontanei e ospiti incrociati tra l’Austria e il Nord Italia, lungo il suo percorso Fabio Andina ha intervistato, tra gli altri: lo scrittore Erri De Luca a Fara Gera d’Adda (Bergamo) dialogando sul camminare; gli storici Michael John a Linz, Carla Giacomozzi a Bolzano e Franco Giannantoni a Varese; il lucidatore di pietre d’inciampo Gerhard Geier a Salisburgo; le testimoni dell’Olocausto Anna Hackl a Mauthausen e Marion Fischer a Innsbruck, l’ultimo sopravvissuto in Svizzera Rudolf Popper a Zurigo; le interviste telefoniche alle scrittrici Anna Foa da Roma e Manuela Dviri da Tel Aviv; il maestro Francesco Lotoro, studioso di musica concentrazionaria, con la soprano Anna Maria Stella Pansini da Barletta (Bari).
Attualmente il film è in post-produzione: dopo la fase di montaggio delle immagini, del suono e dei dialoghi, effetti speciali, correzione colore, colonna sonora e sottotitoli, il film sarà pronto nel 2026.

Il documentario DA MAUTHAUSEN A CREMENAGA trae origine dal romanzo «Sedici mesi» (Rubbettino editore, 2024), pubblicato in tedesco con il titolo «Sechzehn Monate» (Rotpunktverlag, Zürich, 2025) – in qui Fabio Andina racconta della deportazione a Mauthausen e del ritorno a casa di suo nonno Giuseppe Vaglio. Il romanzo è stato insignito del Premio svizzero di letteratura 2025.
Andina scrive nella prefazione del documentario: «In quel periodo di Guerra, mio nonno si era inventato passatore: aiutava gli ebrei, i partigiani feriti ed i disertori in fuga dalla ferocia nazifascista a mettersi in salvo in Svizzera attraverso il fiume Tresa. Il 5 maggio 1945, il KZ di Mauthausen fu liberato dagli americani. Il 6 luglio 1945, sedici mesi dopo l’arresto, mio nonno fece ritorno a casa e non raccontò a nessuno quel che gli capitò.»