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“Le comunità religiose rafforzano la coesione sociale”. Riconosciuto il ruolo fondamentale delle tradizioni e del pluralismo nella società svizzera. In occasione del ventesimo anniversario della Dichiarazione di San Gallo il Consigliere federale Beat Jans ha partecipato alle celebrazioni che si sono svolte nella galleria Pfalzkeller, San Gallo, (SG).

Jans nel suo discorso ha ricordato l’importanza del ruolo delle comunità religiose che “creano luoghi di comunione. Luoghi in cui le persone trovano appartenenza e sostegno. Rafforzano la rete sociale e danno un contributo importante alla nostra società”. Inoltre ha sottolineato che la Confederazione lascia ai Cantoni le questioni, alcune delle quali riguardano direttamente la vita dei cittadini “tra cui la regolamentazione dei rapporti tra Chiesa e Stato” e quindi “è particolarmente importante che le diverse comunità religiose si impegnino affinché le persone possano celebrare le loro feste, sposarsi a modo loro e dare l’ultimo saluto ai defunti secondo le loro tradizioni”.

Nel suo intervento, Jans ha ricordato il valore insostituibile delle comunità religiose all’interno del tessuto sociale svizzero. “Creano luoghi di comunione – ha affermato – luoghi in cui le persone trovano appartenenza e sostegno. Rafforzano la rete sociale e danno un contributo importante alla nostra società”.

Il suo discorso ha messo in evidenza anche la particolare configurazione istituzionale della Svizzera, dove la regolamentazione dei rapporti tra Chiesa e Stato è competenza dei Cantoni. In questo quadro, Jans ha sottolineato quanto sia fondamentale che le comunità religiose si impegnino affinché ogni persona possa celebrare le proprie feste, sposarsi e onorare i defunti secondo le proprie tradizioni. La Costituzione federale stabilisce che la libertà di religione è un diritto fondamentale garantito: “per il singolo individuo significa la libertà di credere o di non credere. Per la società e lo Stato di diritto rappresenta un obbligo”.

“È particolarmente importante – ha concluso – che le diverse comunità religiose si impegnino affinché le persone possano vivere i momenti fondamentali della vita nel rispetto del proprio credo e della propria cultura”.

Il Consigliere Jans ha anche ricordato che “se siamo aperti e dialoghiamo, le diverse forme di fede e di vita non sono barriere, ma un arricchimento. (…) Le differenze possono esistere. Ma non devono diventare barriere o fossati insormontabili” perché bisogna avere sempre presente che “ciò che unisce è molto più importante e più grande di ciò che divide.”

“La Dichiarazione di San Gallo è stata formulata 20 anni fa. All’epoca era considerata innovativa e oggi è ancora di grande attualità” dice Jans, “I valori della Dichiarazione di San Gallo valgono anche per la politica: una democrazia vivace si nutre di diversità e di opinioni e prospettive diverse. Ha bisogno di scambi e di attriti”, “i dibattiti politici possono essere duri, ma mai inconciliabili. Solo così si possono trovare soluzioni sostenibili”.

“I valori della Dichiarazione di San Gallo valgono anche per la politica; una democrazia vivace si nutre di diversità e di opinioni e prospettive diverse. Ha bisogno di scambi e di attriti. (…) I dibattiti politici possono essere duri, ma mai inconciliabili. Solo così si possono trovare soluzioni sostenibili.” (Dipartimento federale di giustizia e polizia)

Nella “Dichiarazione di San Gallo per la coesistenza delle religioni e il dialogo interreligioso”, che è composta da cinque principi, gli attori politici e religiosi della regione si sono impegnati a “promuovere la convivenza nella diversità”. (iras.cotis.ch)