Su invito del ministro tedesco dell’interno Alexander Dobrindt, il 4 ottobre 2025 il consigliere federale Beat Jans ha partecipato al Munich Migration Meeting: ministri di vari Paesi europei si sono confrontati sullo sviluppo della politica migratoria, l’attuazione del patto UE Migrazione e asilo e la cooperazione con Paesi terzi in materia di ritorno e reintegrazione. Il Capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha posto l’accento sull’importanza di trovare soluzioni comuni ed efficaci, nel pieno rispetto dei diritti umani.
I ministri hanno discusso tra le altre cose del patto UE sulla migrazione e l’asilo, che gli Stati Schengen dovranno attuare entro giugno 2026. Il 26 settembre 2025 le Camere federali hanno approvato l’attuazione delle parti vincolanti per la Svizzera, rendendo possibile l’adesione al meccanismo di solidarietà. Il consigliere federale Beat Jans lo ha definito un passo nella giusta direzione, sottolineando la necessità di un’attuazione efficiente e rigorosa.
Il Capo del DFGP si è detto disposto a considerare anche altri miglioramenti della gestione migratoria europea, ma ha tenuto a precisare che la prima esigenza è assicurare il funzionamento di Schengen come spazio di libertà e sicurezza. Ha inoltre espresso preoccupazione per la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne da parte di quasi un terzo degli Stati Schengen, sottolineando l’urgenza di ristabilire la fiducia reciproca nonché di rafforzare, ove necessario, la cooperazione bilaterale.
A questo proposito ha ricordato l’ottima cooperazione di polizia e doganale con l’Italia e la Francia, ricordando che sono in corso colloqui anche con la Germania per intensificare la collaborazione al confine.
Pur lodando gli sforzi della Commissione europea per perfezionare la prassi in materia di ritorno, il consigliere federale Beat Jans ha fatto presente che un’armonizzazione eccessiva rischia di complicare le procedure. Ritiene imperativo che i singoli Paesi conservino un certo margine di manovra nell’attuare le nuove regole e incoraggino anzitutto il ritorno volontario.
Il Capo del DFGP ha inoltre sottolineato le esperienze positive fatte dalla Svizzera in materia di cooperazione con i Paesi di provenienza e di transito. Ha tuttavia ribadito che le soluzioni durature richiedono un dialogo paritario, impegni reciproci chiari e progetti che rafforzino in egual misura i Paesi di provenienza, di transito e di destinazione; qualsiasi esternalizzazione delle procedure d’asilo o dell’esecuzione degli allontanamenti deve rispettare i diritti umani e il diritto internazionale.
Oltre alla Svizzera, il Munich Migration Meeting ha ospitato Polonia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Svezia. A margine dell’evento il Consigliere federale ha avuto un colloquio bilaterale con il ministro tedesco dell’interno Alexander Dobrindt, il commissario europeo per gli affari interni Magnus Brunner, il ministro svedese della migrazione Johan Forssell e il ministro polacco dell’interno Marcin Kierwiński.
fonte: Dipartimento federale di giustizia e polizia
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