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Stragi ordinate all’estero di GIUSEPPE RUSCONI, apparso sul Corriere del Ticino del 10/07/2012.

“No, non pensavo che la situazione per i nostri cristiani in Nigeria peggiorasse in tal modo. Sono molto sorpreso. Tutti i musulmani che ho incontrato nel mio viaggio di fine marzo nel Paese africano mi avevano rassicurato sulla loro volontà di un futuro nigeriano condiviso con i cristiani. Evidentememte gli attacchi sono pensati e organizzati all’estero, da non nigeriani”. Sono queste alcune delle considerazioni che il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ha espresso – rispondendo ad alcune domande del ‘Corriere del Ticino’ – a margine di un incontro su ‘Diplomazia e verità’ promosso l’altra sera a Roma all’Ambasciata italiana presso la Santa Sede. Eminenza, in Nigeria i cristiani reagiscono… “Giustamente – rileva ancora il porporato francese – Non possono essere considerati come agnelli sacrificali, pronti per il macello”.

Attentati e stragi di cristiani non sono però una prerogativa (triste) di alcuni Stati africani, come la stessa Nigeria ed anche il Kenya, da cui giungono notizie di massacri proprio in questi ultimi giorni. Anche in altri Paesi, asiatici, i cristiani sono perseguitati apertamente e sono Paesi musulmani…Eminenza, Lei sovrintende a un organismo che promuove il dialogo con tutti i non cristiani, dunque anche i maomettani… “Resta evidente che un vero dialogo interreligioso incomincia sempre nel momento in cui ognuna delle parti afferma la propria identità. Ed è così anche per i musulmani. Però sul modo di dialogare c’è con loro tutto un percorso da fare, fragile, molto precario. Non si può ignorare che esistono diverse forme di Islam e in più i gruppi terroristici traviati, che uccidono i nostri cristiani”. Lei è stato recentemente anche in Pakistan, altra terra di martiri cristiani… “Come diceva il Santo Padre, noi possiamo essere orgogliosi del loro coraggio. Proprio in Pakistan ad esempio ho assistito a cerimonie veramente sconvolgenti, che mi portano a sentirmi fiero di essere cattolico”.

In questi giorni si addensano nubi nere anche sulla Siria, uno Stato arabo in cui, fino a qualche tempo fa, si registrava una convivenza secolare e decorosa tra le etnie e le religioni. Oggi tutto sembra compromesso. C’è di peggio ancora: la minaccia di un intervento straniero massiccio, analogamente a quanto è accaduto per altre occasioni di un passato recente. Nel 2003 Giovanni Paolo II se n’era uscito durante un Angelus domenicale con quell’invocazione: “Mai più la guerra”! Eminenza, un’invocazione sempre attuale? “Sì, è sempre attuale. Però, me lo lasci dire, per me la grande tristezza consiste nel constatare l’incapacità dell’uomo e dei responsabili delle nazioni di trarre le dovute lezioni dal passato, anche da ciò che è avvenuto in anni recenti. Ogni volta che si presenta una difficoltà, si pensa subito alla guerra. No, così non va!”.