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Vaticano Appena sufficiente nella lotta al riciclaggio di Giuseppe Rusconi, apparso sul ‘Corriere del Ticino’ di giovedì 19 luglio 2012

Il Vaticano supera globalmente l’esame antiriciclaggio europeo, ma entro un anno dovrà cercare di colmare nel concreto non poche lacune persistenti nelle sue norme. Il verdetto pubblicizzato ieri del comitato di esperti Moneyval (emanazione del Consiglio d’Europa) è stato accolto con soddisfazione sotto il Cupolone. Durante un briefing in Sala Stampa monsignor Ettore Balestrero, vice-ministro degli Esteri, ha evidenziato la volontà vaticana di coniugare l’impegno etico della Santa Sede con l’adozione di norme tali da contrastare seriamente la criminalità finanziaria e terroristica, allineandosi così agli standard richiesti internazionalmente.

Gli esperti di Moneyval, chiamati alla valutazione dal Vaticano stesso nel febbraio 2011, nel novembre dello stesso anno e nel marzo scorso hanno indagato entro le Mura leonine. Da tale indagine – confluita in un ‘Rapporto’ approvato pochi giorni fa, il 4 luglio, a Strasburgo – emerge da una parte che la Santa Sede in materia “ha compiuto un percorso molto lungo in tempi assai brevi”. Dall’altra che in 7 su 16 punti principali nella lotta anti-riciclaggio le norme vaticane sono ancora insufficienti; nel complesso dei 45 punti tenuti in considerazione, ce ne sono 23 da modificare in meglio.

Che per la Santa Sede la materia sia importante lo conferma anche la pagina intera (titolo: “Passi concreti di un impegno morale”) dedicata all’argomento da “L’Osservatore Romano”, uscito nel tardo pomeriggio.

Tra i punti che hanno soddisfatto Moneyval ne troviamo alcuni che riguardano il contrasto al riciclaggio di denaro, le misura di confisca, l’assistenza legale reciproca, Insufficienze invece emergono ad esempio nella segnalazione delle operazioni sospette con particolare riguardo alla valutazione dei fattori di rischio.

Moneyval chiede anche un rafforzamento del sistema di vigilanza. Qui Ettore Balestrero, rispondendo a una domanda in materia del “Corriere del Ticino”, ha rilevato la necessità di “riequilibrare” tra gli organismi interni vaticani (leggi soprattutto: Segreteria di Stato) la competenza nella vigilanza assegnata in una prima versione della legge (elaborata nel 2010 da “esperti esterni”) solo all’Autorità di informazione finanziaria (Aif, guidata dal cardinale Attilio Nicora). Ciò è già stato fatto in parte con la revisione successiva del gennaio di quest’anno, ma il punto secondo Moneyval va ancora molto migliorato. E’ chiaro però, ha evidenziato Balestrero -conscio del fatto che in tale revisione non pochi hanno prefigurato una ripresa di potere da parte della Segreteria di Stato – che “l’Aif rimane al centro del nostro sistema”.

Quando si parla di “vigilanza”, si pensa subito a quella sull’Istituto per le Opere di Religione” (Ior), di cui sono note le traversie e il cui scopo (leggiamo dall’ ‘Annuario vaticano’ è quello di “provvedere alla custodia e all’amministrazione dei beni mobili ed immobili trasferiti o affidati all’Istituto medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati ad opere di religione o di carità”. Allo Ior – oggi in attesa di un presidente, dopo la destituzione rude di Ettore Gotti Tedeschi – hanno un conto circa 200 cardinali, oltre 1500 vescovi, oltre 1500 vescovi, circa 200 cardinali, 2700 tra congregazioni e ordini religiosi, 5mila dipendenti, altre migliaia tra nunzi, diplomatici vari, suore, i “gentiluomini di Sua Santità” (alcuni, ahimè, risultati anche di recente poco raccomandabili). Nel 2011 lo Ior ha donato al Papa 49 milioni di euro “a sostegno del suo ministero apostolico e di carità”. Moneyval nel suo Rapporto (punto 48) desiderebbe “fortemente” che l’Istituto fosse subordinato a un “supervisore” indipendente. Monsignor Balestrero, notato che “il suggerimento non è una richiesta”, ha osservato che oggi già c’è un comitato di cardinali (presieduto dal Segretario di Stato) che svolge tale compito di controllo. Vedremo quel che accadrà nei prossimi mesi.