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articolo di Giuseppe Rusconi, apparso su www.rossoporpora.org il 29 aprile 2013.

Il nuovo governo italiano, guidato da Enrico Letta, è stato accolto in genere con una moderata soddisfazione nell’ambito della stampa cattolica.
letta governo
Come scrive nell’incipit del suo editoriale di domenica 28 il direttore dell’“Avvenire” Marco Tarquinio, l’esecutivo voluto da Giorgio Napolitano era “l’unico governo possibile, dunque il governo che andava fatto”. Una presa di coscienza realistica che si ritrova assai diffusa nel mondo cattolico, tanto più che nell’esecutivo si ritrovano cattolici dichiarati come Angelino Alfano, i ciellini Maurizio Lupi e Mario Mauro e l’ex-radicale – presidente della Fondazione ‘Magna Charta’ – Gaetano Quagliariello. Non mancano però distinguo palesi e velati da varie parti nei confronti del neo-ministro degli esteri Emma Bonino, da sempre attivista sul terreno e paladina ideologica di una visione della persona umana in grave contrasto con la dottrina sociale della Chiesa.
Uscito nel pomeriggio di lunedì 29 aprile, “L’Osservatore Romano” riferisce in prima pagina soprattutto del gesto disperato di Luigi Preiti davanti a Palazzo Chigi, sotto il titolo “Il Governo della responsabilità”, a fianco della foto di Enrico Letta che legge le dichiarazioni programmatiche alla Camera. Con lo stesso significativo titolo si sviluppa poi in seconda pagina, su tre colonne, un articolo non firmato in cui inizialmente si riferisce del “clima di tensione determinato dalla sparatoria davanti a Palazzo Chigi, un avvenimento che – qualunque sia la lettura dell’esecrabile gesto – ha reso evidente la necessità di moderare i toni del confronto politico e sociale”. Nel testo del quotidiano ufficioso della Santa Sede si evidenzia, citando Napolitano, che l’esecutivo di larghe intese “era ed è l’unico possibile”; inoltre si rileva, sintetizzando il pensiero del presidente della Repubblica, che il nuovo governo è contraddistinto da “novità, freschezza e competenza”. Della Bonino non si dice nulla. Segue l’elenco dei ministri con l’incarico ricevuto; si evidenziano poi le reazioni internazionali, in particolare quelle dell’Unione europea e di Barack Obama; si chiude con le dichiarazioni dell’agenzia Moody’s in chiaroscuro.
L”Avvenire” di domenica 28 in prima pagina ha un grande titolo che vuol suscitare pensieri positivi: “Governo giovane e in rosa” con un occhiello dai contenuti significativi: “Sotto la regia di Napolitano varata una compagine ‘politica’ che unisce Pd, Pdl e Sc. Cancellieri alla Giustizia ed, a sorpresa, Bonino agli Esteri”. Nel sottotitolo si ribadisce “sette donne su 21” e si evidenzia “il primo ministro di colore”, Cécile Kyenge, di cui appare una foto vicina a quella di Napolitano e Letta. Nell’editoriale già citato di Marco Tarquinio ritroviamo un accenno indiretto a Emma Bonino, quando il direttore di “Avvenire” scrive che nel governo ci sono “alcune sorprese (non tutte, per la verità, ugualmente promettenti)”. Un altro accenno si ritrova nel momento in cui Tarquinio ammonisce che “In nessuno dei suoi ministri, neanche in quelli portatori di visioni più marcate e controverse, il governo Letta potrà permettersi di servire un qualche interesse di partito o di fazione”. Un governo – altra osservazioni non casuale – che “non potrà permettersi di fare niente di più di ciò che è indispensabile, inevitabile condivisibile al duplice fine: economia e riforme”. All’interno, nelle pagine biografiche dei nuovi ministri, si definisce Emma Bonino, “donna politica di lunghissimo corso e di innumerevoli battaglie, sempre definite ‘umanitarie’ e ‘civili’, anche se spesso sono state divisive e laceranti, ostili alla cultura della vita e della famiglia”. Significative anche le ultime righe della biografia: “Da verificare se (e come) vorrà continuare la linea di sostegno alle minoranze religiose perseguitate che i suoi predecessori avevano intrapreso e se (e come) difenderà la legge 40 in sede UE. Ma la sua presenza, c’è da giurarci, si farà sentire anche in Consiglio dei ministri quando si parlerà di temi eticamente sensibili”. Ancora sulla Bonino inequivocabile il giudizio del ‘Movimento per la vita’, che la definisce nel titolo del suo comunicato “segno di divisione e di lacerazione” e qualifica la sua nomina come “un’ombra nell’immagine del nuovo governo che vorrebbe essere strumento di unificazione civile”.
Su “Avvenire” appare poi con grande evidenza l’intervista a Gaetano Quagliariello, uno dei ‘saggi’ nominato ministro delle Riforme. Tra gli altri grandi titoli significativi ne citiamo infine tre: “La priorità lavoro resta in mano ai tecnici”, “Confindustria applaude, silenzio della Cgil” e “Pd-Pdl, fiducia certa. Il rebus della durata”.