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Nel 2013  una piccola media industria su tre, nell’Unione Europea, non ha potuto ottenere l’importo dei crediti richiesto.
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Il dato arriva da un’indagine sull’accesso al credito della Commissione Ue e della Banca centrale europea.
Il 15% dei rispondenti ha dichiarato di ritenere l’accesso al credito un problema importante per la propria impresa e secondo gli operatori economici nel 2013 le condizioni per ottenere crediti bancari sono peggiorate in termini di tassi di interesse e garanzie richieste.
Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione e Commissario responsabile per l’Industria e l’imprenditoria, sostiene che la situazione cambierà con l’arrivo del programma Cosme «che si occuperà di semplificare l’accesso delle Pmi al credito. Il Cosme – ha dichiarato – fornirà uno strumento di garanzia per i crediti alle Pmi fino a 150.000 euro, ma in alcuni casi anche oltre tale cifra; si prevede che entro il 2020 circa 344.000 imprese dell’Ue riceveranno crediti grazie all’intervento di Cosme.
Nel frattempo, come spiega l’indagine: il 13% delle richieste è stato respinto, mentre nel 16% dei casi l’importo concesso è stato inferiore a quanto richiesto.
Il 2% delle imprese ha respinto l’offerta di credito ricevuta dalla banca in quanto ha ritenuto inaccettabili le condizioni proposte e il 7% delle Pmi non ha neanche presentato domanda nel timore di vedersela respingere.

Una scelta che riguarda soprattutto le aziende più giovani.

L’11% di coloro che hanno avviato l’attività da 2 a 5 anni ha preferito lasciar perdere. Tanto era sicura del rifiuto.
Le maggiori percentuali di rifiuti si sono riscontrate tra le microimprese, quelle con meno di dieci dipendenti, con il 18%, e tra le Pmi in attività da meno di due anni, che rappresentano il 28% dei casi. Le imprese con più di 250 addetti hanno visto respingere le loro richieste solo nel 3% dei casi.
La scarsità di garanzie reali o altre condizioni poste dalle banche, quali la presenza di garanti, sono gli ostacoli più frequenti seguite dall’eccessiva onerosità dei tassi di interesse. Una delle alternative, il finanziamento con capitale di rischio, è stata invece adottata solo dal 5% delle Pmi.

Il 20% delle Pmi italiane considera quello del credito il problema più pressante.
L’accesso al credito è stato indicato come il problema più pressante contro valori del 7% in Austria, dell’8% in Germania o del 9% in Polonia. La quota di richieste respinte ha registrato le punte massime in Grecia e nei Paesi Bassi (31%), seguiti dalla Lituania (24%). Le percentuali maggiori di società così sfiduciate da non aver neppure richiesto un finanziamento si riscontrano invece in Irlanda (16%), Grecia e Cipro (15%).
La metà di tutti i prestiti concessi negli ultimi due anni riguardava un importo inferiore a 100.000 euro.