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Il “Premio internazionale Pietro Nobile” é la pretigiosa iniziativa ideata e realizzata dal Circolo Svizzero di Trieste che si propone di diffondere e far emergere i grandi personaggi della Quinta Svizzera, facendone apprezzare la valenza umana.

Lugano, Villa Malpensata: la presidente del Consiglio comunale Maddalena Ermotti-Lepori (IV da sin.),  Gianrico Corti (I da sin.), consigliere comunale e presidente del Museo del Malcantone e Cristina Brazzola (V da sin.), collaboratrice scientifica Dicastero Attività Culturali, ricevono gli ospiti.
Lugano, Villa Malpensata: la presidente del Consiglio comunale Maddalena Ermotti-Lepori (IV da sin.), Gianrico Corti (I da sin.), consigliere comunale e presidente del Museo del Malcantone e Cristina Brazzola (V da sin.), collaboratrice scientifica Dicastero Attività Culturali, ricevono gli ospiti.

Il “Premio internazionale Pietro Nobile” é un concorso patrocinato dal Consiglio di Stato della Repubblica e Cantone Ticino, dal Commissariato del Governo nella Regione FVG, dal Consolato Generale di Svizzera a Milano e dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, si propone di onorare la memoria di uno dei grandi personaggi europei della prima metà dell’800, Pietro Nobile (Campestro nel Ticino 1776 – Vienna 1854), figlio di emigranti svizzeri a Trieste, fu archeologo, architetto, restauratore, teorico, docente, studiò nella stessa città, a Roma e a Vienna. L’architetto svolse la sua attività a Trieste, a Vienna e nelle città dell’Impero, fu Consigliere nell’I. R. Consiglio delle Fabbriche e per trent’anni diresse la Scuola di Architettura dell’Accademia delle Belle Arti denominata Die erste Schule des Reichs. In essa si formarono gli architetti dell’Eclettismo austriaco che operarono nel Ring di Vienna e nelle vaste terre dell’Impero asburgico.

Il “Premio internazionale Pietro Nobile” con cadenza biennale viene assegnato a due giovani che abbiano conseguito la laurea nell’Università di Trieste o in una università della Svizzera con una tesi in lingua italiana, originale e inedita, di orientamento storico, scientifico, letterario o artistico, su una personalità della Quinta Svizzera (svizzeri residenti all’estero) vissuta a Trieste, distintasi, tra il XVIII e il XX secolo, in ambito scientifico, economico, sociale, artistico, architettonico, imprenditoriale o filantropico.

Nell’anno 2014 saranno conferiti due premi di € 3000,00 ciascuno messi a disposizione dalla Fondazione del Centenario della Banca Svizzera Italiana e dal Comune di Capriasca in Ticino.

Sono membri di diritto della Commissione oltre al Presidente del Circolo svizzero di Trieste, il Presidente della Società di Minerva di Trieste – l’1.01.1810 Nobile vi tenne il discorso inaugurale – Gino Pavan (studioso di Nobile) e il Direttore del Castello di Miramare Rossella Fabiani (studiosa di Nobile).

Le tesi in formato PDF sono da inviare in allegato tramite posta elettronica al Dr. Giuseppe Reina entro e non oltre il 15 settembre del 2014 giuseppe.reina@libero.it, presidente del Circolo svizzero di Trieste completi delle generalità, del numero di codice fiscale e dell’indirizzo del concorrente.

La cerimonia della consegna ai vincitori del “Premio internazionale Pietro Nobile” verrà effettuata a Trieste nel Castello di Miramare, gentilmente concessa dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia – tra il 20 e la fine del mese di ottobre del 2014.

Previ accordi della Commissione con la direzione della rivista, i lavori premiati potranno essere totalmente o in parte pubblicati sull’“Archeografo triestino”, dal 1829 rivista di Storia, Scienze, Lettere ed Arte.

La presentazione del libro sulla Comunità Svizzera a Trieste dal ’700 al ’900 pubblicato in occasione della omonima mostra nei primi mesi del 2012 é stato un primo passo per valorizzare e presentare in concreto l’idea, atto d’amore verso la bellissima città di Trieste e doveroso riconoscimento al merito dei protagonisti che hanno dato un importante contributo alla sua crescita.
Il Circolo svizzero di Trieste augura che quel vento fecondo riprenda a soffiare come una volta.

La perdita della memoria storica del proprio territorio e perfino lo smarrimento della propria identità culturale a favore di un costante e continuo qui e ora appaiono oggi come fenomeni estremamente diffusi. Rischia di non esserne esente anche una città cosmopolita come Trieste, ubicata in un contesto geopolitico di confine peculiare e dinamico, dove l’incrocio e la stratificazione di diversi popoli e delle relative culture hanno contribuito nel tempo ad accrescere il livello di civiltà della città.
È utile allora fare ogni tanto una pausa di riflessione e recuperare la memoria storica, in particolare all’indomani di importanti ricorrenze a livello nazionale, a 150 anni dalla costituzione dello Stato Unitario Italiano, e locale, a 100 anni dalla fondazione dell’Istituto Rittmeyer per i ciechi.

L’idea di ricordare l’importante presenza della comunità svizzera a Trieste è nata qualche anno fa dal Console di Svizzera a Venezia Giulio Cattaneo, che ha dato avvio alle prime ricerche e affidato poi gli appunti ad Anna Maria Graf Reina, allora presidente della Società Elvetica di Beneficenza di Trieste. Continuare la ricerca non è stato facile. Ma scoprire come questa comunità ha contribuito ad apportare il vento della modernità e a disegnare in parte il volto architettonico della città che oggi universalmente é ammirata, è stato appassionante e gratificante.
la pubblicazione vuole rendere omaggio alla presenza degli svizzeri nella città alabardata ed offrire un contributo alla riscoperta di un periodo felice dello sviluppo della Trieste mitteleuropea, esemplare testimonianza d’integrazione feconda, quando si respirava una interculturalità, oggi tanto auspicata.