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Nel giorno dell’anniversario della prima convenzione adottata il 22 agosto 1864 a Ginevra, dai rappresentanti di 12 governi, pubblichiamo un intervento del dott. Massimo Barra, Vice presidente della Commissione permanente del Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, uno dei primi medici ad essersi impegnato in favore dei tossicodipendenti in Italia. Volontario della Croce Rossa dall’età di 8 anni, è stato Presidente Nazionale dei Pionieri della Croce Rossa Italiana Giovanile per 8 anni. A dicembre 2005 è stato eletto Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana. In seno alla Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, Massimo Barra è stato Presidente della Commissione Giovani dal 1974 al 1982, Presidente della Commissione Sviluppo dal 1982 al 1990 e dal 2005 al 2008 e Vice Presidente dal 2004 al 2005. Dal dicembre 2007 è eletto Vice Presidente della Commissione Permanente del Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Con i migliori auguri per questo duplice compleanno!
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L’espressione “Croce Rossa giovanile” ha due significati strettamente collegati: da una parte, quello che i giovani possono fare per il Movimento e dall’altra, ciò che quest’ultimo può fare per essi.

In una Società Nazionale ideale, si dovrebbe porre la medesima attenzione a entrambe gli aspetti di questa relazione a doppio senso. Non era questo il caso quando mi sono unito alla Croce Rossa Italiana Giovanile: la sezione dei “Pionieri” era una sorta di Leviatano forte di circa 4 milioni di membri sparsi in tutte le scuole del paese.

L’adesione era praticamente obbligatoria e la modesta quota di iscrizione riscossa per la tessera e il distintivo rappresentava una somma non indifferente per la Società Nazionale, che utilizzava questi fondi per finanziare servizi per studenti in difficoltà, ambulatori scolastici, colonie estive per bambini e corsi di primo soccorso.

Gruppi di giovani erano stati creati anche al di fuori del contesto scolastico da alcune sezioni locali della Croce Rossa. Chiamati all’inizio “Pionieri della fraternità”, furono poi chiamati semplicemente “Pionieri della Croce Rossa”.

All’inizio questa componente era gestita dalla Società Nazionale e non godeva praticamente di nessuna autonomia. Più tardi, abbiamo deciso di far sentire la nostra voce e abbiamo rivendicato una rappresentanza adeguata e un potere decisionale in seno all’organizzazione. Processi simili hanno avuto luogo anche in altre Società Nazionali.

Oggi tutto è cambiato, in particolare in termini di comunicazione. I campi internazionali per i giovani della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa di paesi differenti rappresentavano la sola occasione di scambiare idee ed esperienze, ma le discussioni facevano emergere delle preoccupazioni comuni, indipendentemente dalla Società Nazionale a cui appartenevamo.

La mia prima partecipazione a eventi simili risale al 1965, a Varna, in Bulgaria. Fino ad allora non avevo mai lasciato il mio paese e quel campo fu un episodio determinante della mia gioventù e mi spronò a impegnarmi più intensamente in seno al Movimento.

Nel 1973, quando fui nominato Presidente della Commissione Giovani, allora chiamata Comitato Consultivo della Gioventù, ho promosso diverse iniziative volte a permettere ai giovani di farsi ascoltare a livello regionale e mondiale, concependole come uno strumento di partecipazione per i più giovani. Questi sforzi hanno contribuito ad aumentare il peso dei giovani in seno al Movimento. Oggi il Presidente della Commissione Giovani è membro ex officio del Consiglio direttivo della FICR e, all’interno di molte Società Nazionali, rappresentanti dei giovani sono inseriti nei processi decisionali.

Oggi si può dire che l’impegno entusiasta, a volte utopico, dei nostri giovani membri ha permesso di sostituire il paternalismo con la peer education. Il processo va avanti, spesso stimolato da tecnologie che i giovani sanno utilizzare con maggior dimestichezza rispetto agli adulti. Se si considera che la conoscenza è potere, possiamo anche affermare che la forza dei giovani è aumentata in modo notevole, anche in seno ad un Movimento da sempre ancorato alle tradizioni e poco incline al cambiamento.

Quasi 50 anni sono passati da quel mio primo campo internazionale di giovani di Croce Rossa e continuo a pensare che la partecipazione dei giovani debba essere ancora aumentata e la loro voce ancora più ascoltata. I campi internazionali hanno contribuito a cambiare le vite di numerosi giovani, come il campo di Varna ha fatto con me, e continueranno a farlo nel futuro.

Investire sui giovani, diffondendo la visione sempre attuale di Henry Dunant, i nostri Principi Fondamentali e il Diritto Internazionale Umanitario, è il modo migliore per promuovere un ambiente mondiale sostenibile e pacifico.

Massimo Barra

Tratto dal sito internet della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e tradotto non ufficialmente da Serena Corniglia.