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A seguito di un recente provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, anche i dati delle carte prepagate con Iban rientrano ora tra quelli da inviare, ad opera delle banche, all’Anagrafe dei rapporti finanziari.
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La comunicazione, da farsi per la prima volta entro il 31 marzo prossimo e, poi, periodicamente, non sarà limitata agli estremi delle carte e alla consistenze finali e iniziali, ma includerà anche la giacenza media annuale e le movimentazioni totali, sia in entrata che in uscita.

Il risultato? Tra carte prepagate e conti correnti tradizionali non vi sarà più alcuna differenza dal punto di vista dei controlli fiscali.

Grazie a questa nuova tracciabilità delle ricaricabili sarà possibile avere un più reale calcolo ISEE, rispondente alla condizione reddituale del soggetto cui si riferisce. Inoltre appariranno nell’anagrafe dei conti correnti e rientreranno tra le banche dati in uso alla pubblica amministrazione consultabili dai creditori e saranno visibili potendo divenire oggetto di pignoramento presso terzi, nell’ambito del nuovo processo esecutivo.

Secondo la recente riforma del processo esecutivo, i creditori possono utilizzare le banche dati in uso alla pubblica amministrazione per tentare di soddisfare al meglio i loro crediti, rintracciando stipendi e pensioni, beni mobili e immobili, ma anche conti correnti, depositi e titoli dei debitori.