Condividi su:

La maggior parte dei produttori nei paesi industrializzati, oggi, utilizza sementi e varietà moderne prodotto dell’agroindustria che guardano più alla serbevolezza ai fini della commercializzazione che alla varietà dei prodotti ma alcuni produttori e alcune associazioni, negli anni, si sono mossi per recuperare queste varietà “perdute” e una di queste associazioni, in Svizzera, è Retropomme (www.retropomme.ch ), associazione prima e fondazione poi, che si occupa di recuperare le antiche varietà di alberi da frutto a nocciolo.
peschedavigna
Nei primi anni del 2000 l’Associazione aveva lanciato un appello affinché tutti i proprietari di piante antiche “denunciassero” i loro alberi. Possiamo dire che l’iniziativa è stata un successo, l’associazione oggi gestisce 5 frutteti per circa 10 ettari nella Svizzera Romanda e provvede alla conservazione di più di 500 varietà di alberi da frutto.

Ero alla ricerca di informazioni sulle “pesche di vigna”, una varietà perduta che mi incuriosiva molto, quando mi sono imbattuta nel loro sito; le “pêches de vigne” che sono un tipo di pesca che è stato coltivato fino gli anni ‘50 – quando ancora si coltivava a mano – accanto alla vite, di qui il nome, perché con la sua fronda leggera non ombreggiava la vigna. Oggi questo frutto viene coltivato solo nei giardini e le piantine vengono scambiate fra amici perché i proprietari hanno sempre a disposizione qualche vaso in cui ha germinato un nocciolo di pesca.

Secondo gli studi fatti da Retropomme non esiste una denominazione varietale di “pesca di vigna” propriamente detta perché, essendo spesso gli alberi moltiplicati per seme, c’è molta differenza tra una pianta e l’altra, che quindi costituiscono una “popolazione” e non un “clone” come dovrebbe essere nel caso di una varietà chiaramente identificata.
Nella Svizzera Romanda il nome “pesca di vigna” si applica quindi a frutti molto diversi tra loro che però sono, genericamente, piuttosto piccoli, maturano nella prima metà di settembre e hanno polpa bianca, venata di rosso o anche molto rossa, attorno al nocciolo; non si parla mai di “pesche di vigna” per varietà dalla polpa gialla!

I frutti vengono spesso consumati freschi oppure denocciolati e messi a fermentare o messi sotto sciroppo, sempre dal sito dell’associazione Retropomme ho preso la ricetta per gustare questi frutti (http://www.retropomme.ch/les-peches-a-leau-de-vie-de-lie-de-grand-maman-blondel-de-cully/#more-331) sempre che li si riesca ad ottenere, magari andando ad una delle fiere o degli incontri segnati sul calendario del sito oppure, con un po’ di fortuna, facendoceli regalare da qualche amico che li ha nel suo giardino!

MdP