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Dall’inizio del mese di gennaio la Cina ha chiuso le frontiere ai residui riciclabili, soprattutto plastica e carta provenienti dall’estero.

Nel luglio del 2017 la Cina aveva notificato all’Organizzazione Mondiale per il Commercio (Omc- Wto) che a partire dal nuovo anno avrebbe imposto divieti d’importazione a 24 tipologie di materiali per l’industria del riciclo. Il provvedimento contro la yang laji, la spazzatura estera, nasce dalla necessità di proteggere ambiente e salute perché, mescolata alla spazzatura riciclabile, arrivava nel Paese troppo materiale tossico ed inquinante, un mercato che nel 2016 era stimato in 17 miliardi di dollari inoltre, come afferma il governo cinese, la raccolta interna è sufficiente a soddisfare la domanda cinese.

In Europa i carichi di materiali ormai inutilizzabili vengono convogliati verso gli inceneritori perché diventino combustibile di qualità ma la vera soluzione è quella di ridurre la produzione di imballaggi, per questo la Commissione europea ha annunciato il progetto di un’imposizione fiscale sugli imballaggi di plastica perché, come ha detto il commissario al bilancio Günter Öttinger, in UE di plastica ne “utilizziamo e produciamo troppa”.

I rifiuti plastici non riciclati finiscono nei fiumi e in mare dove si trasformano in micro particelle che finiscono nella catena alimentare o si concentrano negli Ocean Plastic Vortex, le isole di plastica.

Frans Timmermans, primo vicepresidente responsabile per lo sviluppo sostenibile, ha dichiarato: “se non modifichiamo il modo in cui produciamo e utilizziamo le materie plastiche, nel 2050 nei nostri oceani ci sarà più plastica che pesci. Dobbiamo impedire che la plastica continui a raggiungere le nostre acque, il nostro cibo e anche il nostro organismo.”

Per questo l’Ue ha adottato la prima strategia sulla plastica che si inserisce in un processo di transizione verso un’economia più circolare, intesa a proteggere l’ambiente dall’inquinamento da plastica e a promuovere la crescita e l’innovazione; Jyrki Katainen, vicepresidente responsabile per l’occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, a questo proposito, ha dichiarato: “Con la strategia sulla plastica stiamo gettando le basi per una nuova economica circolare della plastica e orientando gli investimenti in questo senso. In tal modo contribuiremo a ridurre o rifiuti sulla terra, nell’aria e nei mari, offrendo al contempo nuove opportunità per l’innovazione, la competitività e un’occupazione di alta qualità”.

Photo: Pixabay