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In Svizzera le donne migranti appartengono alla realtà quotidiana: grazie al loro importante apporto in molti settori professionali, contribuiscono al buon funzionamento del Paese. Dirigenti, personale qualificato, titolari proattive di imprese, ma anche manodopera ausiliaria: queste donne fanno parte integrante dell’economia elvetica. la Commissione federale della migrazione CFM pubblica un rapporto su di loro.

Le donne che migrano lo fanno, come gli uomini, per ragioni analoghe a quelle degli uomini, ossia per cercare condizioni di vita migliori per sé e, possibilmente, per le proprie famiglie, il che implica la ricerca di una forma di lavoro retribuito.

Le donne straniere incontrano generalmente più difficoltà a trovare un posto di lavoro. Molte donne straniere lavorano come manodopera ausiliaria nel settore dei servizi e della vendita. Per quanto riguarda le professioni accademiche, il loro numero è sicuramente ridotto, ma non così esiguo come lascerebbero presumere le cifre di straniere impiegate come manodopera ausiliaria e la quota di straniere con una posizione dirigenziale supera quella delle Svizzere che ricoprono funzioni analoghe.

Una grossa fetta delle donne migranti (83 %) proviene da Paesi europei. La quota di straniere che esercita un’attività lucrativa è la più bassa rispetto alle Svizzere, gli Svizzeri e agli uomini stranieri ma in compenso il loro grado di occupazione è tendenzialmente elevato mentre le Svizzere optano preferibilmente per il tempo parziale.

Dal rapporto della CFM emerge che gli stranieri sono più spesso dequalificati degli Svizzeri: spesso non riescono a trovare un lavoro che corrisponda alle proprie qualifiche e accettano quindi un livello professionale inferiore a quello a cui potrebbero aspirare. Pur riguardando anche gli uomini, questo fenomeno è più marcato tra le donne migranti che, anche se hanno qualifiche migliori delle Svizzere e analoghe a quelle degli uomini migranti, nella ricerca di un lavoro si trovano ad affrontare ostacoli più grandi di quelli incontrati da questi altri due gruppi.

Per le donne migranti il settore delle cure costituisce una porta di accesso al mondo del lavoro, dato che spesso non riescono a sfruttare le proprie qualifiche in quella che sarebbe la loro vera professione.

Il rapporto della CFM mostra non solo come le donne migranti in Svizzera forniscano un contributo economico e sociale, ma anche come la società elvetica abbia potuto trarre beneficio dal loro approccio innovativo. Lottando per diritti ancora preclusi alle donne nelle università, funsero da pioniere nelle carriere accademiche per le donne in Svizzera. Furono inoltre fonte di ispirazione per il movimento per il suffragio femminile in quanto organizzarono e animarono vari dibattiti sull’argomento. Infine, anche nell’ambito della politica familiare e formativa avanzarono precocemente rivendicazioni e contribuirono per esempio all’istituzione di un sistema di custodia extrafamigliare. (Fonte: admin.ch)

photo: Pixabay.com