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Una comunità internazionale cristiana di monache e monaci che resistono e servono il Vangelo, nel segno della Riconciliazione, in un antico monastero a nord di Damasco, dove tutti sono accolti, senza distinzioni. Una storia spirituale, un viaggio sulla condizione umana in tempo di guerra.

Il documentario è stato interamente autoprodotto e realizzato dalla stessa regista Maria Luisa Forenza, questa difficoltà ha permesso una narrazione, libera e autentica, della situazione reale di una popolazione rimasta intrappolata in un territorio dove non ci sono più terre coltivabili, non ci sono più case, non c’è lavoro, ma dove la vita vera continua. Significativa e simbolica la scena di una bambina che gioca con la sua bicicletta nel cortile del monastero, le bombe cadono talmente vicine da far tremare la telecamera, ma non hanno la forza di far tremare quella bambina, di far cadere quella bicicletta o, forse, è quella bambina ad essere più forte delle bombe.

Il film segue le orme di Madre Agnes, Badessa del Monastero San Giacomo il Mutilato a Qarah (90km a nord di Damasco, sulla strada percorsa da San Paolo), antichissimo villaggio cristiano, nato come fortezza romana, diventato un monastero sin dal V-VI secolo. Distrutto dagli Ottomani nel 1720, restaurato e riattivato nel 1994 da due suore libanesi (Madre Agnes e Suor Carmel) ed una francese (Suor Clair-Marie dalla Normandia) su suggerimento del Vescovo di Homs.

Il primo incontro a San Francisco, Madre Agnes non poteva rientrare nel suo monastero perché sotto attacco dei terroristi, questo il primo passo di un viaggio durato quattro anni che la regista ha intrapreso per documentare una realtà che non viene, forse non può, essere raccontata dall’attuale sistema dell’informazione e che la porta anche a Ginevra, all’ONU il  7 marzo 2017, per un raduno di tutte le Chiese Orientali per richiamare all’unione, anche in merito alla persecuzione dei Cristiani. Il lungo percorso necessario alla realizzazione del film finisce per diventare – esso stesso – testimonianza.

L’eccezionale valore di questo documentario è stato, per fortuna, apprezzato da RAI Cinema e dal Ministero degli Esteri Italiano,  il film è arrivato fra i 12 finalisti dei Nastri d’Argento ai Documentari 2020, nella sezione Cinema del Reale.

Il Film-Documentario appartiene alla selezione “Racconti Italiani” del circuito FICE – Federazione Italiana dei Cinema d’Essai.

http://www.fice.it/allegati/09_Brochure%20Racconti%20Italiani%202020def.pdf


 

Maria Luisa Forenza, regista e autrice.
Laureata in Lingue e letterature straniere, consegue il diploma di Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Successivamente lavora come assistente alla regia in produzioni cinematografiche al fianco di Dino Risi, Francesco Maselli, Enrico Montesano, Giancarlo Sepe, Raf Vallone e Tony Musante.
Nel 1992 partecipa, a Belgrado, ad un corso di regia guidato da Dusan Makavejev che la porta a realizzare cortometraggi dal titolo “Danica” e “Breakfast in Belgrade”. Per RaiTre gira documentari- mediometraggi su temi dal taglio storico – sociale come infibulazione, immigrazione, operai in fabbrica, ex confinati politici, adolescenti. (“Anab e le sue sorelle”, “Esquilino City”, “Ragazze FIAT”, “Ritorno a Ventotene”, “Io, tu e Lorenzo”). Produce documentari – inchiesta di impegno e ricerca storica: “Guatemala Nunca Mas”,racconto del genocidio del popolo Maya con Rigoberta Menchù e proiettato durante il Festival del Cinema di Venezia (1999), il Festival di Torino e premiato al Festival del cinema di Salerno. Ha realizzato inoltre due lungometraggi per la “Grande Storia” in prima serata su RaiTre: “Mussolini: l’ultima verità”, e il “Carteggio Churchill – Mussolini: l’ultima verità” (2004) e coprodotto il medio metraggio “The Unholy battle for Rome” (“Roma nazista”), la liberazione di Roma nel 1944 attraverso il racconto di testimoni. Nel 2008-2009 ha realizzato, fra Italia e Svezia, “Albino Pierro. Inchiesta su un poeta” in onda su RaiUno e Rai Educational, un documentario sui grandi lirici del Novecento italiano da cui poi ne ha tratto uno spettacolo teatrale per immagini, musica e poesia dal titolo “Albino Pierro. Scenari di un poeta”.